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Russi pazzi per Morandi

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Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Sono trascorsi 44 anni da quando, nel moscovita Museo Pushkin, si tenne la prima mostra in Russia di Giorgio Morandi (1890-1964): l’ampia antologica riscosse un grande successo presso il pubblico e presso gli artisti.

Lo stesso museo presenta ora, fino al 10 settembre, un nuovo omaggio al maestro bolognese, da allora molto amato in Russia, curato da Maria Cristina Bandera, direttrice della Fondazione Roberto Longhi di Firenze, con Vittoria Markova, curatrice della pittura italiana nel museo moscovita.

La settantina di dipinti e acquerelli esposti giungono in larga misura da musei e fondazioni (Museo Morandi di Bologna e Pinacoteca di Brera, Fondazione Magnani Rocca di Parma e Fondazione Roberto Longhi di Firenze), ma anche da collezioni private italiane, cui si aggiunge l’Ermitage di San Pietroburgo, con due sole opere, una delle quali però (la meravigliosa «Natura morta» del 1918) è una delle più importanti della breve stagione metafisica.

I dipinti ripercorrono l’itinerario di Morandi in tutte le sue diverse fasi, dal momento «avanguardista» alla stagione in cui guardava alla più alta tradizione italiana, fino all’ultimo periodo. Con le opere pittoriche, divise cronologicamente e per temi (autoritratto, natura morta, paesaggi, fiori), una sezione è dedicata alle incisioni.

Ada Masoero, 10 luglio 2017 | © Riproduzione riservata

Russi pazzi per Morandi | Ada Masoero

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