Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliDue sarcofagi conservati presso i Musei Vaticani, denominati rispettivamente «della via Salaria» e «a grandi pastorali», appartenenti alla collezione di scultura tardoantica e paleocristiana del Museo Pio Cristiano vaticano, sono stati oggetto di una recente campagna di restauri.
I due capolavori della scultura funeraria cristiana, databili tra la seconda metà del III e gli inizi del IV secolo, furono rinvenuti nel XIX secolo nei dintorni di Roma, tra la via Salaria e la via Prenestina. Nell’esemplare «a grandi pastorali» gli interventi conservativi si sono concentrati in particolar modo sulle straordinarie tracce di policromia, evidenziate da analisi scientifiche all’avanguardia, mentre nel caso della cassa marmorea «della via Salaria», le ricerche ne hanno sottolineato le complesse vicissitudini conservative.
Difatti, rinvenuto in stato frammentario e lacunoso, il manufatto fu sottoposto nel 1890 a un intervento di integrazione in gesso. La fruizione museale dei sarcofagi è ora arricchita da due filmati didattici che, attraverso tecnologie del rilievo e della grafica tridimensionali, offrono ai visitatori dei Musei Vaticani la ricostruzione dell’aspetto originario delle opere.

Il sarcofago «a grandi pastorali» del Museo Pio Cristiano
Altri articoli dell'autore
Al via le ricerche nell’area del «bacino absidato» della residenza imperiale, ancora da indagare, all’interno del Parco Nazionale del Circeo
Atleti, eroi e personaggi togati di ambito funerario sono stati oggetto di un delicato e complesso intervento per la loro disomogeneità materica
Dopo la Porta Santa per il carcere di Rebibbia voluta da Papa Francesco, il progetto «Le Porte della Speranza» illustrato da José Tolentino de Mendonça coinvolge Michele De Lucchi, Fabio Novembre, Gianni Dessì, Mario Martone, Massimo Bottura, Stefano Boeri, Mimmo Paladino, Ersilia Vaudo Scarpetta
La mostra «Evolutio. Building the future for the last 120 years», dal 7 ottobre al 9 novembre all’Ara Pacis, racconta come le grandi infrastrutture – dighe, metropolitane, ponti, ferrovie – abbiano trasformato l’Italia da paese agricolo a potenza industriale. Installazioni, video e ambienti interattivi mostrano l’impatto sociale, culturale e tecnologico di queste opere