Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliDue sarcofagi conservati presso i Musei Vaticani, denominati rispettivamente «della via Salaria» e «a grandi pastorali», appartenenti alla collezione di scultura tardoantica e paleocristiana del Museo Pio Cristiano vaticano, sono stati oggetto di una recente campagna di restauri.
I due capolavori della scultura funeraria cristiana, databili tra la seconda metà del III e gli inizi del IV secolo, furono rinvenuti nel XIX secolo nei dintorni di Roma, tra la via Salaria e la via Prenestina. Nell’esemplare «a grandi pastorali» gli interventi conservativi si sono concentrati in particolar modo sulle straordinarie tracce di policromia, evidenziate da analisi scientifiche all’avanguardia, mentre nel caso della cassa marmorea «della via Salaria», le ricerche ne hanno sottolineato le complesse vicissitudini conservative.
Difatti, rinvenuto in stato frammentario e lacunoso, il manufatto fu sottoposto nel 1890 a un intervento di integrazione in gesso. La fruizione museale dei sarcofagi è ora arricchita da due filmati didattici che, attraverso tecnologie del rilievo e della grafica tridimensionali, offrono ai visitatori dei Musei Vaticani la ricostruzione dell’aspetto originario delle opere.

Il sarcofago «a grandi pastorali» del Museo Pio Cristiano
Altri articoli dell'autore
Il restauro appena concluso del più antico monumento del Foro Romano, ora dotato anche di un nuovo sistema di illuminazione, ha svelato gli interventi ottocenteschi di Giuseppe Valadier
Il Ministro della Cultura ha annunciato la volontà di candidare a Patrimonio Unesco il sito archeologico che «restituisce la grandezza e la bellezza delle stratificazioni storiche dell’identità italiana»
La geometrica partitura architettonica sulla facciata dell’edificio sacro, quasi completamente cancellata da vari fattori di degrado, torna ora leggibile con l’intervento voluto dalla Soprintendenza Speciale di Roma e finanziato con fondi Pnrr
È stata grande l’emozione del team che ha scoperto a Barbarano Romano, in provincia di Viterbo, nella necropoli di Caiolo, all’interno dell’area archeologica di San Giuliano, una tomba etrusca inviolata