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Elena Franzoia
Leggi i suoi articoli28 città partecipanti, 10 finaliste. La commissione presieduta da Stefano Baia Curioni, direttore della Laurea specialistica di Economia per l’arte e la cultura all’Università Bocconi di Milano, ha assegnato il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2022 a Procida con il progetto «La cultura non isola», in cui la terra isolana viene interpretata come «luogo di esplorazione, sperimentazione e conoscenza, modello delle culture e metafora dell’uomo contemporaneo».
Come ha ricordato il ministro Franceschini, la decisione di eleggere una Capitale Italiana della Cultura nacque nel 2014 quando toccò all’Italia la scelta della capitale culturale europea. Fu eletta Matera per il 2019, ma l’alto livello dei progetti e delle politiche proposte spinse il Governo alla creazione di un titolo italiano, che nel 2023 andrà ex lege, per decisione del Parlamento, a Bergamo e Brescia, martoriate dal Covid-19.
Il ministro ha anche sottolineato la certezza di una «imponente ripresa del turismo dopo il deserto provocato dalla pandemia, con la richiesta nel Recovery Plan di individuare fondi per la valorizzazione di quel turismo sostenibile e slow di cui tutti i dieci progetti sono testimonianza. Tanto che stiamo pensando a un nuovo titolo che nei prossimi anni valorizzi anche i finalisti».
Baia Curioni ha poi evidenziato come nei progetti presentati la cultura diventi «base e laboratorio dei processi di costruzione e rigenerazione, capace di produrre anche esempi concreti di “resilienza” come nel caso di L’Aquila o Ancona colpite da drammatici eventi». Il tutto nell’ambito dell’affascinante trasversalità delle candidature: porti come Trapani e Bari, città archeologiche come Cerveteri, Taranto e Volterra, ambiti territoriali come Verbania con il Lago Maggiore e Pieve di Soligo con le Terre Alte della Marca Trevigiana.
Con Procida la commissione ha inteso premiare «un modello per i processi sostenibili di sviluppo delle realtà isolane e costiere del Paese», imperniato sul «contesto ben strutturato dei sostegni locali e regionali, pubblici e privati; la straordinaria dimensione patrimoniale e paesaggistica; la rilevante dimensione laboratoriale che comprende aspetti sociali di diffusione tecnologica».

Veduta di Procida
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