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«Look» è la prima iniziativa del neonato museo viennese con un tema dichiaratamente artistico ancorché ibrido
- Flavia Foradini
- 28 dicembre 2022
- 00’minuti di lettura


«Untitled (Shoes)» (2016), di Angelika Loderer. © Heidi Horten Collection
Picasso, Warhol e Niki a casa di Heidi Horten
«Look» è la prima iniziativa del neonato museo viennese con un tema dichiaratamente artistico ancorché ibrido
- Flavia Foradini
- 28 dicembre 2022
- 00’minuti di lettura
Flavia Foradini
Leggi i suoi articoliDopo l’inaugurazione a inizio giugno del nuovo Museo Heidi Horten Collection con una mostra che tematizzava soprattutto il restauro del palazzo nel cuore di Vienna e vi giustapponeva un’accattivante selezione di opere dalla collezione, «Look» è ora la prima iniziativa con un tema dichiaratamente artistico ancorché ibrido, visto che mette al centro la femminilità e le sue multiformi interpretazioni sia nel mondo dell’arte sia nel mondo dell’alta moda.
Fino al 16 aprile 110 opere fra dipinti e sculture, tutti dalla collezione di casa, e 22 abiti haute couture disegnati nell’arco degli anni Ottanta per Heidi Horten da stilisti di primo piano, raccontano il divenire dell’idea di donna dal XIX secolo al nostro tempo, mettendo in luce varie declinazioni della femminilità: dalla diva ammaliante alla donna impegnata nelle avanguardie, da ritratti contemplativi a studi psicologici, da donne attive nel femminismo a quelle immerse nel glamour della moda.
Suddivisa in otto sezioni, «Look» propone opere fra l’altro di Friedrich von Amerling, Henri Matisse, Pablo Picasso, Kees van Dongen, Francis Bacon, Mimmo Rotella, Niki de Saint Phalle, Sylvie Fleury, Gelatin, Lena Henke e Angelika Loderer.
«Fra gli highlight vorremmo sottolineare “Farah Diba” (1978) di Andy Warhol, un artista che ha immortalato numerose dive del ’900 e che si vide commissionare dallo shah Mohammad Reza Pahlavi un ritratto della moglie, che Warhol realizzò sulla base di una serie di fotografie scattate di persona, spiegano le curatrici Agnes Husslein-Arco e Christiane Kuhlmann.
Un’opera diametralmente opposta, ancora degli anni Settanta, è “Cinderella” (1976) dell’artista apertamente femminista Birgit Jürgenssen: una scarpa elegante di satin dalla punta enormemente lunga si allunga sui gradini di una scala di legno. Della proprietaria nessuna traccia».

«Untitled (Shoes)» (2016), di Angelika Loderer. © Heidi Horten Collection