«Natura morta» (1948-50) di Giorgio Morandi

Image

«Natura morta» (1948-50) di Giorgio Morandi

Morandi ispira pace in tempi turbolenti

Quaranta tra dipinti e disegni allestiti nelle sale della Galleria Mattia De Luca, illustreranno il viaggio da fermo, svolto lungo la sua vita, dal pittore bolognese nel suo studio-camera da letto di via Fondazza

Guglielmo Gigliotti

Leggi i suoi articoli

Fino al 2 luglio quaranta tra dipinti e disegni di Giorgio Morandi (1890-1964) allestiti nelle sale della Galleria Mattia De Luca, illustreranno il viaggio da fermo, svolto lungo la sua vita, dal pittore bolognese nel suo studio-camera da letto di via Fondazza, scrutando i segreti di elementari nature morte con vasi, brocche e bottiglie (una natura morta del 1948-50).

Dal 15 ottobre la stessa mostra, integrata con altre opere, sarà trasferita nella sede della galleria a New York. Entrambi gli appuntamenti espositivi sono curati da Marilena Pasquali, la maggiore studiosa dell’artista, promotrice di mostre e studi su tutti gli aspetti dell’arte morandiana, fondatrice del Museo Morandi di Bologna e del Centro Studi Giorgio Morandi.

Secondo la storica dell’arte, questa mostra, oggi, ha un significato particolare: è una mostra meditativa, che ispira pace in un periodo turbolento, offrendo al contempo un affaccio sulla lenta osservazione della realtà, «in questo tempo difficile e sempre più veloce, inafferrabile e spesso incomprensibile». Nature morte, fiori, piccoli paesaggi sono le opere, realizzate tra gli anni ’20 e i ’60, che l’esposizione di Roma e New York ripresentano, quindi, con spirito nuovo. La sottile forza del bolognese è nel suo essere inconsapevolmente zen.

Scrive la curatrice: «Mettere il reale tra parentesi per riuscire a viverlo. Prendere le distanze dal mondo per poterlo abitare. Sostenere l’importanza della sospensione, la necessità dell’attesa». Il titolo della mostra è, non a caso, «Il tempo sospeso». È il tempo di Morandi, il tempo contemplativo che determina l’atmosfera psicologica di opere «così vuote di uomini perché colme di umanità». Chiuso nel suo mondo di poche povere cose, il silenzioso e solitario pittore indagò l’essenza del reale, e la trovò nel «tempo sospeso». La sede della Galleria Mattia De Luca, nel cinquecentesco Palazzo Albertoni Spinola, nel cuore della città eterna, è di per sé un luogo sospeso, ideale per il clima delle meditazioni morandiane.

«Natura morta» (1948-50) di Giorgio Morandi

Guglielmo Gigliotti, 18 maggio 2022 | © Riproduzione riservata

Articoli precedenti

Cinque grandi cavalletti di uno dei più celebri ex studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma avviano la programmazione del nuovo spazio espositivo dell’istituzione

Nell’Area Archeologica Neapolis di Siracusa 27 sculture monumentali dell’artista franco polacco

A Roma un magnate libanese della moda espone 130 opere d’arte contemporanea. Sono le «inquietudini caravaggesche» di una delle più antiche democrazie del mondo

Dieci mesi di restauro per il ciborio di Bernini fotografato in San Pietro dai droni

Morandi ispira pace in tempi turbolenti | Guglielmo Gigliotti

Morandi ispira pace in tempi turbolenti | Guglielmo Gigliotti