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Guglielmo Gigliotti
Leggi i suoi articoliFino al 2 luglio quaranta tra dipinti e disegni di Giorgio Morandi (1890-1964) allestiti nelle sale della Galleria Mattia De Luca, illustreranno il viaggio da fermo, svolto lungo la sua vita, dal pittore bolognese nel suo studio-camera da letto di via Fondazza, scrutando i segreti di elementari nature morte con vasi, brocche e bottiglie (una natura morta del 1948-50).
Dal 15 ottobre la stessa mostra, integrata con altre opere, sarà trasferita nella sede della galleria a New York. Entrambi gli appuntamenti espositivi sono curati da Marilena Pasquali, la maggiore studiosa dell’artista, promotrice di mostre e studi su tutti gli aspetti dell’arte morandiana, fondatrice del Museo Morandi di Bologna e del Centro Studi Giorgio Morandi.
Secondo la storica dell’arte, questa mostra, oggi, ha un significato particolare: è una mostra meditativa, che ispira pace in un periodo turbolento, offrendo al contempo un affaccio sulla lenta osservazione della realtà, «in questo tempo difficile e sempre più veloce, inafferrabile e spesso incomprensibile». Nature morte, fiori, piccoli paesaggi sono le opere, realizzate tra gli anni ’20 e i ’60, che l’esposizione di Roma e New York ripresentano, quindi, con spirito nuovo. La sottile forza del bolognese è nel suo essere inconsapevolmente zen.
Scrive la curatrice: «Mettere il reale tra parentesi per riuscire a viverlo. Prendere le distanze dal mondo per poterlo abitare. Sostenere l’importanza della sospensione, la necessità dell’attesa». Il titolo della mostra è, non a caso, «Il tempo sospeso». È il tempo di Morandi, il tempo contemplativo che determina l’atmosfera psicologica di opere «così vuote di uomini perché colme di umanità». Chiuso nel suo mondo di poche povere cose, il silenzioso e solitario pittore indagò l’essenza del reale, e la trovò nel «tempo sospeso». La sede della Galleria Mattia De Luca, nel cinquecentesco Palazzo Albertoni Spinola, nel cuore della città eterna, è di per sé un luogo sospeso, ideale per il clima delle meditazioni morandiane.

«Natura morta» (1948-50) di Giorgio Morandi
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