Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliLucca. Vi è molta differenza tra le foto pubblicitarie realizzate nel backstage dei set cinematografici e quegli scatti che sono invece una vera e propria «perlustrazione creativa realizzata senza vincoli, con onestà intellettuale e libertà creativa», come spiega Maurizio Vanni curatore della mostra «Magnum sul set. I grandi fotografi e il cinema»dedicata a 116 scatti di grandi fotografi quali Eugene Smith, Elliott Erwitt, Henri Cartier-Bresson, allestita dal 2 luglio al 13 novembre al Lu.C.C.A.-Lucca Center of Contemporary Art in collaborazione con Mviva, e prodotta da Magnum Photos e Versicherungskammer Kulturstiftung (Monaco di Baviera).
Sfilano cosi personaggi immortali del cinema come Chaplin (sul set delle «Luci della ribalta»), Marilyn Monroe (sul set di «Quando la moglie è in vacanza» di Billy Wilder), James Dean in «Gioventù bruciata», e altri ancora, tra cui John Wayne, Gregory Peck, Katharine Hepburn, Elisabeth Taylor, Dustin Hoffman, John Malkovich, tutti colti in quella strana dimensione tra realtà e finzione, tra verità e illusione che è la vita nel backstage.
Oltre ai nomi prima citati troviamo immagini di Inge Morath, Jean Gaumy, Burt Glinn, Erich Lessing, Dennis Stock, Eve Arnold, Cornell Capa, Bruce Davidson, Ernst Haas, Erich Hartmann, Nicolas Tikhomiroff, Bruce Davidson, David Hurn, Peter Marlow, Gueorgui Pinkhassov, che sono il frutto di un rapporto di complicità stabilitosi tra fotografo e soggetto ritratto, svelando tutta la gamma di sentimenti, dall’ironia alla vulnerabilità, propria di chi vive in quel mondo, e si lascia cogliere in un’intimità che i fotografi di Magnum, fortemente legati fin da Robert Capa al mondo del cinema, han saputo esplorare e tradurre con lampante maestria.

Marilyn Monroe, Nevada, USA, 1960 © Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos
Altri articoli dell'autore
Inaugurato il tratto sul Ponte Vecchio con i ritratti di età imperiale, finora conservati nei depositi, in continuità con i marmi di Palazzo Pitti
Nel cinquantenario della sua fondazione, l’istituzione gli ha intitolato la sala dedicata all’esposizione del suo patrimonio storico
La Cappella fa parte del Complesso di Santa Maria Maddalena dei Pazzi nella cui chiesa, all’epoca dei Cistercensi, le donne erano ammesse soltanto due volte l’anno
Il moderno Opd, erede dell’omonima manifattura granducale di fine Cinquecento, compie 50 anni. La Cappella Bardi in Santa Croce è l’ultimo di una serie di restauri capitali condotti dall’istituzione attualmente diretta da Emanuela Daffra che illustra difficoltà ed eccellenze