Le macchine nella mente di Leonardo da Vinci

Al museo Leonardo3, oltre 200 ricostruzioni fisiche e riproduzioni digitali dei progetti più straordinari del grande inventore

Le riproduzioni fisiche delle macchine di Leonardo nel museo dedicato all’inventore
Ada Masoero |  | Milano

Al centro della piazza antistante, piazza della Scala, il monumento a Leonardo da Vinci pittore, circondato dai suoi allievi; all’estremità della Galleria Vittorio Emanuele II, che qui si affaccia, nelle Sale del re, volute dal sovrano nel 1865 alla posa della prima pietra della galleria progettata da Giuseppe Mengoni, il Museo dedicato a Leonardo inventore, fitto di ricostruzioni fisiche o 3D interattive (oltre 200) dei suoi progetti più stupefacenti e di numerose postazioni multimediali, tutte realizzate, dopo decenni d’indagini minuziose sui codici di Leonardo, dal Centro studi Leonardo3, il cui capo ricercatore è Edoardo Zanon.

Leonardo3 (L3), presieduto da Massimiliano Lisa, è infatti un museo, un centro di ricerca, una casa editrice e una media company, la cui missione è studiare, interpretare e rendere fruibile al grande pubblico l’opera di Leonardo, servendosi di tecnologie d’avanguardia. Chi pensasse di trovarvi ricostruzioni fantasiose di ciò che Leonardo progettò (e che molto spesso non realizzò) dovrà ricredersi, perché tutto ciò che si vede qui scaturisce dai documenti originali, a partire dal Codice Atlantico (oggetto della prima mostra milanese di L3 all’Ambrosiana, nel 2005), oggi riprodotto digitalmente in museo con 1.100 pagine consultabili.

Non a caso L3, patrocinato dal Comune di Milano, è membro di Icom (International Council of Museums). Ma a farne un luogo spettacolare sono le riproduzioni fisiche di tante macchine di Leonardo: da quelle volanti, sua vera ossessione (dalla volta del salone ne pendono in quantità, fra le quali la CA176, con un giunto alare dotato di uno snodo multiplo, e quella detta «di Milano»), alle macchine da guerra, come la «Bombarda multipla», la «Balestra veloce» o il «Globo incendiario», prima bomba a frammentazione della storia, fino agli strumenti musicali, da lui perfezionati con invenzioni geniali, come il modello, inedito e funzionante, del «Grande Organo Continuo». Senza dimenticare il restauro digitale dell’«Ultima Cena», la ricostruzione del gigantesco e mai realizzato cavallo del «Monumento Sforza» e l’installazione multimediale 3D sul celeberrimo disegno dell’«Uomo Vitruviano».

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