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Vittorio Bertello
Leggi i suoi articoliMonaco di Baviera. È morto stamattina, a 55 anni di età, lo storico e critico d’arte Okwui Enwezor, nigeriano naturalizzato statunitense. Il suo illustre curriculum comprende la curatela della mostra documenta11 a Kassel nel 2002 e quella dell’edizione 2015 della Biennale di Venezia.
La sua scomparsa è stata confermata dalla Haus der Kunst, il museo monacense di cui è stato direttore dal 2011 al 2018 (si era dimesso nel giugno scorso, per motivi di salute). In un’intervista rilasciata ad agosto al settimanale tedesco «Der Spiegel» Enwezor non aveva fatto mistero della battaglia contro il cancro che lo impegnava da tre anni, per la quale si era sottoposto a diverse terapie specifiche.
Enwezor aveva studiato scienze politiche negli Stati Uniti, ed era entrato nel mondo dell’arte fondando nel 1994 una rivista specializzata nell’arte africana. Nel 1997 aveva curato la Biennale di Johannesburg, in Sudafrica; nel 2006 diresse poi quella di Siviglia e nel 2008 quella di Gwangju, nella Corea del Sud.
Così lo ricorda Paolo Baratta, presidente della Biennale di Venezia: «Okwui Enwezor è stato curatore della Biennale Arte 2015, momento importante di una carriera che l’aveva visto riconosciuto tra i più qualificati del tempo presente. La sua grande apertura verso gli artisti del mondo, il suo grande senso di responsabilità da curatore e il suo coraggio nel proporre e difendere le ragioni dell’Arte, sono stati sempre elementi ispiratori del suo lavoro, che è stato svolto in ogni occasione con grande onestà intellettuale e una raffinata capacità di analisi e di scelta».
Anne Pasternak, direttrice del Brooklyn Museum, ha dichiarato al sito specializzato artnet.com che Enwezor «passerà alla storia come uno dei più grandi curatori di tutti i tempi». L'architetto David Adjaye, per parte sua, ha affermato che «la morte di Okwui è una perdita enorme per tutti coloro che lui considerava suoi amici, ma è anche un lutto devastante per la comunità artistica nel suo complesso». Infine l'artista John Akomfrah, che Enwezor aveva incluso tra gli artisti nella mostra che aveva preparato alla Biennale di Venezia del 2015, dice che «Okwui era una figura enormemente profetica, di una saggezza che oltrepassava la sua epoca, il cui intuito (o visione, se si vuole) letteralmente plasmava l'universo che molti di noi ora abitano».
La Haus der Kunst ha aperto l’8 marzo una mostra personale di El Anatsui, l’ultima curata da Enwezor.

Okwui Enwezor. Foto Giorgio Zucchiatti
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