La Maison Rouge presenta la sua ultima mostra, «L’envol ou le rêve de voler», prima di chiudere definitivamente. La rassegna, dal 16 giugno al 28 ottobre, prende spunto dal mito di Icaro, che volle sfidare la Natura volando con ali di cera. Il tema è dunque la sfida alle leggi di gravità, il salto nell’ignoto.

Con un approccio multidisciplinare sono riunite circa 200 opere di artisti moderni, contemporanei e brut, ma anche fotografi, registi e disegnatori. Si va da Dalí a Brassaï, da Rodin a Hervé Di Rosa, da Alexandre Rodcenko a Henry Darger, con incursioni nel cinema di Méliès e Fellini.

Nella sezione «Ingegneri dell’Impossibile» sono allestiti lavori di Vladimir Tatlin e di Panamarenko, entrambi ossessionati dal sogno del volo. In «Aviatori d’interni» ci sono gli aerei di cartone e colla di Hans-Jörg Georgi e i disegni di navicelle spaziali di Karl Hans Janke.

La Maison Rouge, nata nel 2004 come centro di esposizione privato dedicato all’arte contemporanea e outsider, ha esposto le collezioni di Harald Falckenberg (2005), Jean-Jacques Lebel (2010) e Artur Walther (2015) e i lavori di Darger (2010), Louis Soutter (2012) ed Eugène Gabritschevsky (2016).

La chiusura era stata annunciata a sorpresa lo scorso anno dal fondatore e presidente, Antoine de Galbert. Alla base della decisione, aveva spiegato, non ci sono né problemi finanziari né di altro tipo. La fondazione non era nata come progetto «perenne» e quindi per lui era meglio fermarsi al momento più alto.