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Alessandro Martini
Leggi i suoi articoliUn’enorme mole da 11 piani, di cui 6 sottoterra, emerge da un edificio storico degli anni Trenta, appositamente restaurato e ora inglobato nel nuovo e ambizioso museo della Fondazione Basil & Elise Goulandris, in costruzione fin dal 2012. L’inaugurazione del 2 ottobre svela finalmente al pubblico internazionale una delle più ricche collezioni private costituite nel secondo Novecento, di cui molto si è fantasticato, vastissima e dalla straordinaria varietà tipologica e cronologica.
Nelle sale espositive si ritroveranno, in successione e suggestivo accostamento, maestri impressionisti e postimpressionisti, grandi nomi delle avanguardie storiche e protagonisti del secondo Novecento: Cézanne, Van Gogh e Gauguin, Monet ed Edgar Degas, Rodin e Toulouse-Lautrec, Picasso e Miró, Giacometti, Lichtenstein, Bacon e molti, molti altri. Tutti presenti con capolavori assoluti. Accanto (al terzo e quarto piano), i lavori di importanti artisti greci, di cui la fondazione si è assunta il compito di studio e promozione, come Konstantinos Parthenis, Spyros Vassiliou, Nikos Hadjikyriakos-Ghikas, Yannis Tsarouchis, Yannis Moralis e Panayiotis Tetsis.
Ancora oggi, la fondazione, diretta fin dalle origini da Kyriakos Koutsomallis e ora presieduta dalla nipote di Elise Fleurette Karadontis, acquista giovani artisti greci. In spazi ariosi e volutamente neutri, si confrontano opere di pitture e di scultura, in un dialogo che coinvolge poco più di 180 opere. I capolavori saranno in esposizione permanente mentre le altre gallerie accoglieranno a rotazione opere d’arte, arredi (in particolare francesi) e pezzi di arte decorativa, comprese giade e porcellane cinesi.
Al primo, secondo e terzo piano «sotto lo sguardo del Cristo di El Greco» sono esposte le opere dell’Impressionismo e Postimpressionismo francese raccolte attorno a Cézanne (il primo artista entrato in collezione), per proseguire con Braque, Kandinskij, Klee, Léger, Pollock, Chagall, fino a Hans Arp, Ben Nicholson, Barbara Hepworth, César, Jean Tinguely e Niki de Saint Phalle, Hundertwasser, Balthus e Giorgio de Chirico.
Situato dirimpetto alla Chiesa di San Spiridione nello storico quartiere di Pangrati (poco distante dallo stadio Kallimarmaron Panathinaiko, edificato nel 560 a.C. e riadattato per accogliere la prima edizione dei Giochi Olimpici moderni nel 1895), il nuovo museo dedicato alla collezione d’arte moderna della familia Goulandris ha l’ambizione di segnare un punto di svolta nelle attività della Fondazione Goulandris, con attività e progetti innovativi, tra cui concerti, spettacoli teatrali, conferenze e attività per bambini e adulti.
Dotato di più di 7mila metri quadrati di spazi disponibili e capace di esporre simultaneamente circa metà delle opere di proprietà della fondazione, il museo comprende anche un negozio, un caffè ristorante, una biblioteca d’arte ricca di seimila volumi, spazi per la didattica e un auditorium da 190 posti.
Organizzerà anche mostre temporanee (accolte dall’autunno 2020 in un apposito piano sotterraneo), dedicate tanto all’arte internazionale quando alla produzione greca recente e contemporanea. «Anche se ci fosse qualcuno con altrettanto denaro, non potrebbe comunque formare una collezione così: opere di questa qualità non si trovano più sul mercato»: così in passato l’artista greco Pavlos ha sintetizzato la collezione costituita a partire dagli anni Cinquanta dall’armatore greco Basil Goulandris (1913-94) e dalla moglie Elise (scomparsa nel 2000). A lungo il catalogo completo della straordinaria collezione non è stato noto, ma oggetto di mere ipotesi.
Oggi Allemandi, che da anni cura le pubblicazioni della fondazione comprese quelle per le mostre nel museo sull’isola di Andros, ha dato alle stampe in greco e in inglese il primo (dedicato all’arte tra 1870 e 1945) di due volumi che costituiranno il catalogo ufficiale della Fondazione Goulandris. Oggi finalmente visibili nella loro (quasi) totalità.
Una veduta notturna della nuova sede espositiva della fondazione, nello storico quartiere di Pangrati ad Atene. © Fondazione Basil & Elise Goulandris
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