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Olga Scotto di Vettimo
Leggi i suoi articoliLe opere pittoriche di Kaveri Raina esposte alla galleria annarumma dal 15 marzo al 30 aprile sono libere reinterpretazioni di esperienze o accadimenti avvenuti durante l’infanzia in India e, in particolare, riflessioni che possono essere ricondotte ad alcuni temi principali, come dichiara l’artista: «Disconnessione culturale, imbarazzo, interesse per l’alterità, autocoscienza e dislocamento».
Il lavoro di Kaveri Raina, nata nel 1990 a Nuova Delhi e trasferitasi negli Stati Uniti a undici anni, è influenzato dalle sue vicende personali. Si tratta, dunque, di una pulsione intima, che l’artista esprime attraverso un segno pittorico astratto, in cui emergono forme corporee, immagini di animali e fogliame: «Il mio lavoro si concentra sul mio bisogno di esplorare gli aspetti spesso in conflitto della mia identità ibrida. Quindi mi occupo di politica dell’identità nel mio lavoro e nella diaspora indiana. Sto navigando costantemente nelle sfere sociali, culturali e spirituali della mia vita facendo affidamento sul bisogno di affermarmi come individuo e come parte di una comunità».

«Momo’s Assortment» (2017-18), di Kaveri Raina
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