Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Olga Scotto di Vettimo
Leggi i suoi articoliRecependo quanto dichiarato nella definizione di museo approvata nel 2022 da Icom, che sottolinea la centralità del tema dell’accessibilità come condizione stessa dell’esistenza del museo, il Pio Monte della Misericordia, istituzione già da anni impegnata nella transizione digitale, ha più di recente potenziato tale scelta culturale, utilizzando le possibilità e gli strumenti dell’Intelligenza Artificiale e delle nuove tecnologie per costruire forme di interazione che accompagnino alla visita e introducano alla conoscenza della storia e del patrimonio storico artistico dell’antica istituzione di carità, fondata a Napoli nel 1602 da un gruppo di nobili cittadini.
L’approccio prevede la costruzione di un team di lavoro interdisciplinare, costituito da diverse figure professionali, tra cui il content creator, il grafico, il personale interno, il referente per la comunicazione social, lo storico dell’arte e i servizi educativi, questi ultimi tre responsabili del controllo critico sui contenuti. L’utilizzo dell’IA è, dunque, direzionato all’accessibilità e alla costruzione di uno storytelling digitale capace di potenziare e amplificare le narrazioni. Tra le più recenti produzioni, il video, realizzato con l’IA e interamente gestito dall’équipe redazionale di cui sopra, che è stato lanciato lo scorso 29 settembre, in occasione del giorno della nascita di Michelangelo Merisi. La lettera scritta da Marzio Colonna a un Governatore del Pio Monte della Misericordia per introdurre Caravaggio, allora in fuga da Roma, porterà poi alla realizzazione nella chiesa del Pio Monte della celebre pala con le Sette Opere della Misericordia. È questo documento a costituire il sottotesto di una vera e propria sceneggiatura strutturata attraverso fonti visive e archivistiche certe con le quali l’IA è stata istruita.
«Custodire uno dei dipinti più belli della storia dell’arte è per noi una grande responsabilità: da un lato far conoscere questo patrimonio a un pubblico sempre più ampio, soprattutto alle nuove generazioni, dall’altro valorizzarlo al meglio per dare continuità alla nostra secolare missione di beneficenza e vicinanza alle persone più fragili da un punto di vista economico, sociale, ma anche culturale. Ecco perché utilizzare queste tecnologie diventa per noi fondamentale. Stiamo puntando sull’utilizzo di una comunicazione basata anche su tecnologie come l’IA per la valorizzazione del nostro patrimonio e avvicinarci sempre di più a segmenti di pubblico che normalmente intercettiamo con meno facilità. Il nostro obiettivo è quindi quello di fornire degli strumenti per poter avvicinare nuovi pubblici, ma soprattutto renderli più consapevoli della nostra realtà e invogliare ad approfondire aspetti più specifici da un punto di vista storico-artistico. Non quindi un uso di tecnologia fine a sé stesso, ma un mezzo per avvicinare i visitatori e i potenziali visitatori e invogliare a proseguire un rapporto culturale con il nostro ente», chiarisce Francesco Carignani di Novoli, Governatore alla gestione e valorizzazione del patrimonio culturale.
Altri articoli dell'autore
Su sollecitazione del Lions Club Napoli Lamont Young i napoletani hanno finanziato il restauro delle due sculture all’ingresso dell’Accademia di Belle Arti
Dalla scena artistica partenopea alle collaborazioni con fondazioni, istituzioni e comunità del territorio, c’è un sistema in trasformazione dove accanto alle fragilità ci sono nuove energie contemporanee, prospettive di crescita e traiettorie di sviluppo
Restauri, nuove acquisizioni, opere riscoperte e un patrimonio di 1.200 opere dal XIV secolo a oggi
A Palazzo di Città sessanta dipinti e disegni ripercorrono la complessità e la modernità del «van Gogh italiano»



