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Elisabetta Benassi, «Atlas Shrugged», 2018

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Elisabetta Benassi, «Atlas Shrugged», 2018

Fermiamoci e pensiamo

Alla Galleria Michela Negrini il concetto di tempo secondo Elisabetta Benassi, Liliana Moro, Melik Ohanian e Namsal Siedlecki

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Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Nello sconvolgimento delle nostre vite e delle nostre certezze prodotto dalla pandemia, il concetto di tempo ha assunto un peso centrale nell’esperienza collettiva. La mostra «Past/Present», proposta fino al 10 settembre dalla Galleria Michela Negrini riflette proprio su questo tema attraverso i lavori di Elisabetta Benassi (Roma, 1966), Liliana Moro (Milano, 1961), Melik Ohanian (Francia, 1969), Namsal Siedlecki (Usa, 1986, vive e lavora a Seggiano, Gr).

Di Benassi è in mostra «Atlas Shrugged», 2018, riflessione sull’individualismo, mito del pensiero liberista che ha dominato il nostro tempo cancellando la condivisione, per essere messo in crisi proprio dalla pandemia, mentre Liliana Moro presenta grandi sculture ceramiche, inedite, dalla forma di melagrana. Il frutto, da sempre simbolo del ciclo morte-vita, qui è rappresentato con una forma vuota, di cui si vede la cavità interna, quasi fosse un grembo da cui rinascere.

Di Ohanian sono esposte immagini fotografiche inedite della serie «Tomorrow Was», immerse nell’atemporalità, e lavori del ciclo «Portrait of Duration-Cesium Series» (il cesio 133 è l’elemento con cui si misura il secondo negli orologi atomici). Siedlecki guarda invece al tempo storico e all’antropologia, attraverso gli ex voto gettati nell’acqua, prendendo le mosse da un ritrovamento di oggetti del I secolo a.C. buttati in pozzi votivi a Clermont-Ferrand, posti a paragone con le monetine che, a milioni, i turisti usa(va)no gettare nella Fontana di Trevi.

Elisabetta Benassi, «Atlas Shrugged», 2018

Ada Masoero, 10 luglio 2021 | © Riproduzione riservata

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