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Doreur du roi, morto in miseria

Una monografia dedicata al grande cesellatore di bronzi, ora in mostra a Parigi

Arabella Cifani

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Fra le stelle dell’arte settecentesca europea brilla di luce vivissima Pierre Gouthière (1732-1813), uno dei più grandi artisti francesi del XVIII secolo. Avventurosa e drammatica la sua vita, per quanto di essa oggi si conosce. Nasce nel 1732 nella regione francese della Champagne, dove suo padre era sellaio. La sua prima formazione avviene nel laboratorio parigino del maestro cesellatore François Ceriset, che muore nel 1756. Due anni più tardi Gouthière rileva la bottega del suo ex maestro e ne sposa la vedova.

Durante i successivi trent’anni, fino alle soglie della Rivoluzione, l’artista collabora con architetti celebri, che gli forniscono i disegni neoclassici che Gouthière magistralmente interpreta e trasforma in oggetti di vertiginosa fantasia, onusti di bronzi dorati. La sua clientela comprende i più potenti e ricchi personaggi di Francia: i sovrani Luigi XV e Luigi XVI, la regina Maria Antonietta, il duca di Aumont, la duchessa di Mazzarino, la contessa Du Barry. Il successo arriva in fretta e nel novembre 1767 riceve il titolo di doreur du roi da Luigi XV. Nonostante la fama, Gouthière subisce una serie di tracolli finanziari per via delle enormi somme a lui dovute dalla duchessa di Mazzarino e dal duca di Aumont: entrambi morti senza pagare i loro debiti.


Nel 1787 Gouthière deve dichiarare bancarotta. Dopo questa data, anche in concomitanza con il cambiamento epocale dei tempi, lavora poco e muore in miseria l’8 giugno 1813, lasciando una scia di debiti e litigi protrattisi con gli eredi per oltre vent’anni. Poco dopo la morte, però, incomincia la sua rivalutazione da parte di collezionisti, critici e galleristi con il postumo suo collocamento nell’empireo dei più importanti artisti del tempo. La sua fama non è sbiadita nel tempo e ha reso le sue opere sempre desiderate e spesso falsificate.


Gouthière è un incantatore che prima realizza i modelli in terracotta e poi li getta in metallo con la fusione a cera persa. Nessuno come lui ha saputo portare alla massima perfezione il cesello in bronzo dorato dalla finitura opaca che somiglia in modo impressionante all’oro vero e con cui plasmava forme squisite e seducenti, sempre nuove, destinate a divenire oggetti di tipo vario. Alari, maniglie, supporti per ornare rari vasi cinesi in porcellana, vasi in pietre dure, parti di mobili e camini: tutti lavori in cui la materia ribelle diviene docile sotto la carezza dei suoi piccoli scalpelli, con fusioni che permettono al materiale di perdere rigidità e divenire cedevole come l’originario modello in cera persa. Per realizzare i dettagli delle sue opere, soprattutto quelli vegetali, Gouthière inventa la tecnica del dégraissage, con cui riduce lo spessore del metallo sui bordi e sui lati per renderlo più delicato e vibrante. Ne originano contrasti stupefacenti fra oro brunito e lucido che enfatizzano fino al parossismo la differenza tra superfici opache e lucide.


Per celebrare questo grande artista, la Frick Collection di New York (16 novembre 2016 - 20 febbraio 2017) una mostra che ha riunito ventuno suoi capolavori e che è ora a Parigi al Musées des Arts Décoratifs fino al 25 giugno. Eredità preziosa di queste mostre la prima moderna e completa monografia di Gouthière (la precedente era del 1920), che grazie alle nuove ricerche storiche e tecnologiche ha permesso di gettare nuova luce sulla sua vicenda umana, sulla produzione, sulla bottega e clientela di questo incomparabile artista.


Sono inclusi i saggi sulla vita e l’opera di Gouthière, la rilettura del suo stile nel contesto dello sviluppo del Neoclassicismo, e l’analisi delle sue relazioni con François-Joseph Bélanger, Claude-Nicolas Ledoux, Louis-Simon Boizot e altri grandi architetti e scultori del periodo. Il volume si fa apprezzare non solo per le splendide fotografie e per le schede accurate, ma anche per un innovativo capitolo dedicato alla sua tecnica, ad analisi scientifiche sui metalli che usava, con radiografie, indagini chimiche e metallografiche che permettono per la prima volta di penetrare nell’essenza delle sue opere e distinguere in modo preciso il vero dai molti falsi e imitazioni.


Ottime anche le vaste appendici documentarie e l’elenco finale con le vite dei molti cesellatori e bronzisti che lavorarono nella sua orbita, spesso imitandolo. In tanto splendore spiccano i numerosi lavori realizzati per Madame Du Barry, amante di Luigi XV, e per la regina Maria Antonietta, nemiche nella vita ma morte tutt’e due di ghigliottina. Per loro Gouthière si superò creando alcune delle sue più lussuose invenzioni, in cui il bronzo si piega fino a divenire merletto serpeggiante e inno alla fantasia più sfrenata, alla sensualità, alla raffinatezza. 


Pierre Gouthière: Virtuoso Gilder at the French Court
Charlotte Vignon e Christian Baulez
408 pp., 322 ill.
The Frick Collection New York, in associazione con  D. Giles Limited London, 2016
€ 65,00

Arabella Cifani, 09 maggio 2017 | © Riproduzione riservata

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