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Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliIn un capannone industriale di oltre 4.300 metri quadrati presso Fabro, in Umbria, l’artista Bizhan Bassiri ha creato la Fondazione Bassiri, formalmente nata nel 2020. Con l’autore presidente, Camilla Cionini Visani è vicepresidente e direttrice generale e Bruno Corà direttore scientifico. In parallelo, nella cripta del Duomo di Città della Pieve Bassiri ha collocato, a cura di Corà, la scultura «Dimora della Sorte».
«Base del patrimonio della Fondazione, che verrà incrementato in maniera costante, è un gruppo di 32 opere intitolate “Erme”», avverte la nota stampa. Oltre a conservare e divulgare il suo lavoro, Bassiri vuole promuovere iniziative dall’arte alla musica, dal teatro alla letteratura e diventare «parte attiva della collettività» anche attraverso attività di didattica, di formazione per docenti e studenti.
Nato a Teheran nel 1954, in Italia dal 1975, autore di scritture teoriche e poetiche sul «Pensiero Magmatico», l’artista impiega materiali come superfici di cartapesta, acciaio, bronzo, elementi lavici, elaborazioni fotografiche. Alla domanda se si senta un ponte tra più culture, risponde: «La mia intenzione non è costruire ponti, perché appena si decide di costruire è troppo tardi. I processi dell’arte sono intuitivi, avvengono come in una specie di dormiveglia con il mondo onirico e la ragione che interagiscono. Il “ponte” si forma con persone affini, è una predisposizione».
Per esempio con chi? «Sono stato fortunato. Ho avuto come interlocutori artisti come Alighiero Boetti, Jannis Kounellis, Luciano Fabro, un critico come Alberto Boatto, poi Toti Scialoja. Conosco Corà da più di trent’anni». Perché ha scelto il paese umbro? «La sede risponde alle mie necessità e con il sindaco Diego Masella dialoghiamo bene, risponde. Ho sempre avuto studi grandi, ho vissuto a lungo a San Casciano dei Bagni in Toscana. Per concentrarmi preferisco stare in un luogo come se fosse sulla luna».

Bizhan Bassiri

Un'immagine dell'inaugurazione della Fondazione Bassiri
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