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Elena Franzoia
Leggi i suoi articoliStendhal amava Milano perché «è l’opposto dell’Inghilterra: mai un volto arido e disperato. (…) Milano è la città d’Europa con le strade più comode e i cortili più belli all’interno delle case. Cortili quadrati, cinti, come presso i Greci antichi, da un portico, formato di colonne di granito assai belle. (…) Arrivano qui attraverso il famoso canale che congiunge l’Adda al Ticino. Leonardo da Vinci lavorò a questo canale nel 1496; noi eravamo ancora soltanto dei barbari, come tutto il Nord».
Queste, e tantissime altre, sono le note di cultura, costume e società profuse da Stendhal nei suoi diari italiani scritti nel 1816-17, dopo la caduta del mai dimenticato Napoleone, e pubblicati nel 1826. In un solo anno lo scrittore attraversa l’Italia intera, partendo appunto da Milano per raggiungere, attraverso Bologna, alcune delle mete classiche del Grand Tour: Firenze, Roma, Napoli, Paestum e Crotone.
L’edizione di Humboldt sceglie la traduzione di Bruno Schacherl e la prefazione di Carlo Levi, ma con gusto straniante e assolutamente contemporaneo accompagna il testo con un nuovo servizio fotografico di Delfino Sisto Legnani, che ritrae quella particolarissima sintesi del territorio italiano costituita dal parco tematico Italia in miniatura di Rimini.
Roma, Napoli e Firenze
di Stendhal, 360 pp., ill. col., Humboldt Books, Milano 2024, € 28

La copertina del volume
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