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Sono trascorsi 35 anni da quando Fabio Cirifino, Paolo Rosa (scomparso a soli 64 anni nel 2013) e Leonardo Sangiorgi, cui si sarebbe aggiunto Paolo Roveda, fondavano a Milano Studio Azzurro, gruppo di artisti che scelse di esprimersi con le nuove tecnologie, conquistandosi ben presto una fama internazionale
Per celebrare l’anniversario, la città ha messo a disposizione (dal 9 aprile al 4 settembre) 14 sale di Palazzo Reale, compresa l’aulica Sala delle Cariatidi, per la quale è stato realizzato, per l’immenso soffitto, l’«ambiente sensibile» (cioè reattivo alle presenze umane) «Miracolo a Milano», ispirato al film di Vittorio De Sica.
Prima di arrivarci, però, la mostra «Studio Azzurro. Immagini sensibili», realizzata in collaborazione con Arthemisia Group (catalogo Silvana Editoriale) rilegge l’intera storia del gruppo attraverso i videoambienti, le videoinstallazioni e gli ambienti sensibili sviluppati tra il 1982 e il 2016. È la luce acquea del «Nuotatore», 1984, ad aprire il percorso.
Di qui in poi, in un’esperienza immersiva ed emozionale, scorre il meglio del loro lavoro: dagli innovativi progetti per il teatro al videoambiente «Il giardino delle cose», 1992; dagli ambienti sensibili «Tavoli» e «Coro» (1995), che reagiscono al tocco (nel secondo caso, al calpestio) del visitatore, animandosi come in un moto di ribellione, all’«Omaggio a Fabrizio De André», fortunata mostra itinerante del 2008-10 rievocata dalla sezione dei «Tarocchi», mentre «La pozzanghera» (virtuale ovviamente) è pensata per i bambini, che qui trovano anche laboratori dedicati.
Emozionante la narrazione multiculturale, tra tecnologia e antropologia, dei «Portatori di storie» (1996-2012): persone del mondo, cariche di memorie e tradizioni, che introducono ai clochard di «Dove va tutta ’sta gente» (2000) e agli emarginati di «Miracolo a Milano». Per le numerose attività ed eventi: www.studioazzurro.com.
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