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Francesco Bandarin
Leggi i suoi articoliSviyazhsk, un piccolo centro ubicato a 30 km da Kazan, la capitale del Tatarstan, ha svolto un ruolo fondamentale nella storia europea alla fine del Medioevo, nel periodo in cui i principi di Mosca stavano espandendo il loro dominio sul territorio della Russia europea. Per secoli, la parte orientale della regione era stata controllata da uno stato turco-tataro, il Khanato di Kazan, una formazione politica derivata dall’Orda d’Oro, il grande Principato creatosi dopo il frazionamento dell’Impero Mongolo conquistato da Genghis Khan (1162-1227).
Il dominio tataro costituiva l’ostacolo principale all’espansione voluta dal primo zar, Ivan IV Vasilyevich «il Terribile» (1530-84), che era riuscito a imporre la supremazia di Mosca agli altri Principati della Russia europea. Il conflitto tra i moscoviti e i tatari durava da oltre un secolo, perché la posizione strategica di Kazan sul fiume Volga, vicino alla confluenza con il Kama, il fiume più importante degli Urali occidentali, bloccava l’espansione russa verso gli Urali a est e verso il Mar Caspio a sud.
Tra il 1545 e il 1550, Ivan IV condusse diverse campagne contro Kazan, ma non riuscì a impossessarsi della città. Al ritorno dall’ultima di queste campagne, le truppe dello zar si accamparono sulle rive del Volga vicino alla confluenza con il fiume Sviyaga, presso un promontorio boscoso. Ivan capì che per conquistare Kazan aveva bisogno di una base più vicina alla città da cui poter lanciare il suo attacco e decise di costruire una fortezza sul promontorio. Le diverse parti in legno della fortezza vennero prefabbricate a Uglich, una località sul Volga distante 700 km, poi trasportate lungo il fiume e ricomposte in poche settimane nella nuova posizione.
La nuova città, chiamata Sviyazhsk dallo Zar, fornì all’esercito russo il punto di forza per l’assedio e la conquista di Kazan nel 1552. La vittoria permise alla Russia, nei due secoli successivi, di espandere il suo territorio verso gli Urali, il Mar Caspio, l’Asia centrale e la Siberia, fino al Pacifico. La conquista dei nuovi territori richiedeva un’opera di cristianizzazione, e per questo a Sviyazhsk venne costruito nel 1556-60 il grande Monastero dell’Assunzione, con l’omonima Cattedrale, come avamposto del cristianesimo e centro della cultura e dell’ortodossia russa.
Il Monastero, per l’imponenza delle sue strutture architettoniche, costituite, oltre che dalla Cattedrale, dalla Chiesa di san Nicola, dall’edificio dell’Archimandrita, dall’edificio della Fratellanza e da una imponente cerchia di mura, testimonia del programma politico e militare voluto dallo zar. La Cattedrale dell’Assunzione esprime invece il programma religioso e culturale, basato su forme artistiche e architettoniche certamente legate alla eredità bizantina classica, ma con forti elementi innovativi, simili a quelli che venivano realizzati nello stesso periodo a Mosca, Novgorod, Vladimir e Pskov.
L’interno della Cattedrale dell’Assunzione è caratterizzato da importanti affreschi che raffigurano episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento, secondo vari cicli pittorici, riferiti alla Genesi, al Vangelo, alla Vita e all’Assunzione della Vergine. Il ciclo della Genesi presenta la storia della creazione e di Adamo ed Eva, raffigurati nella cupola principale della Cattedrale, con un cambiamento significativo rispetto alla tradizione bizantina, che sempre aveva posto il Cristo al centro dello spazio sacro. I cicli della Vita e dell’Assunzione della Vergine Maria occupano tutta la volta dell’altare maggiore, con immagini di santi nella parte inferiore.
Anche in questo caso vi sono innovazioni importanti rispetto alla tradizione bizantina, con elementi stilistici derivati sia dalla tradizione orientale che da quella dell’Europa occidentale. Per la prima volta, le scene della vita dell’Assunta, tradizionalmente presenti solo nelle icone, vennero rappresentate anche in dipinti murali. Per oltre tre secoli, il Monastero e la Cattedrale svolsero un ruolo centrale nella diffusione della religione e della cultura russa in tutta la parte orientale dell’Impero. Ma con la Rivoluzione d’Ottobre giunse anche la fine di questo complesso monastico.
Nel 1920 i bolscevichi distrussero la metà delle chiese di Sviyazhsk e trasformarono il Monastero in un campo di lavori forzati e successivamente in un gulag. Nel 1957 la costruzione di un bacino idrico portò all’allagamento di tutta l’area circostante, con la distruzione di una parte del centro abitato di Sviyazhsk e la trasformazione del promontorio in un’isola. Nel 1960, tuttavia, Sviyazhsk fu dichiarata monumento della storia e della cultura russa e a partire dal 1992 venne iniziata una grande opera di restauro e di rigenerazione del Monastero e della Cattedrale, oggi completata. Nel 2017 il sito è stato iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale. Attualmente è anche in corso una importante campagna di scavi che sta portando alla luce le strutture dell’antico centro urbano.
Francesco Bandarin è stato direttore del Centro del Patrimonio Mondiale e vicedirettore generale per la Cultura dell’Unesco dal 2010 al 2018

Il Monastero dell'Assunzione
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