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Stefano Causa
Leggi i suoi articoliMauro Magliani è fotografo ed editore e ha avviato una collana di brevi approfondimenti su alcune cime artistiche da manuale. Tocca oggi alla celeberrima pala eseguita dal lombardo Caravaggio per l’altare del Pio Monte di Napoli alla fine del 1606. Di questo, che è il quadro non napoletano più famoso della pittura napoletana, un saggio introduttivo di Gianluca Forgione tenta l’arrampicata più difficile, restituendoci una nuova intavolatura iconografica. Di seguito un portfolio di Magliani offre un’analisi alla moviola.
Una lezione per immagini che spiega, dal di dentro, perché un simile dipinto, costruito per allusioni ed elisioni, rimanesse fuori portata per chiunque. Sul nostro Caravaggio esiste una corsia bibliografica preferenziale su cui imbastire nientemeno che una storia della critica (e della letteratura) di secondo '900: da Longhi a Causa, a Bologna, fino al Pacelli. Tutti e quattro scomparsi benché, a gradazioni diverse, ben presenti nella memoria e nei testi.
Forgione, classe 1985, è nipotino autorizzato di queste letture; e specie di Pacelli che provò a integrare sul piano dell’iconografia la (troppo) celebre lezione di Longhi sulle «Sette opere di misericordia». Piemontese di Alba, Longhi si era messo dinanzi al dipinto a più riprese, restituendone una lettura che fa sfociare Caravaggio nell’Oro di Napoli di Marotta. Causa, che nei vicoli caravaggeschi ci aveva bazzicato negli anni dell’occupazione americana, tentò di mettere in guardia dal pericolo di una ricaduta oleografica di quelle pagine longhiane, battendo piuttosto sul carattere di prima, non emulabile che guida la scrittura, spregiudicata e antiaccademica, del Caravaggio ultimo atto.
Con attitudine critica il veneto Magliani, che ha 61 anni, non riprende il dipinto, ma si colloca nel dipinto. Non è un caso che abbia educato lo sguardo su alcune opere salienti della pittura italiana: come il Giorgione di Castelfranco o gli affreschi di Raffaello in Santa Maria della Pace.
L’obiettivo che fruga nei panneggi del Caravaggio è lo stesso che ha imparato a districarsi tra quelle sibille romane di primo Cinquecento. Ma in questi volumi monografici, storico e fotografo sono una persona sola. Il testo integra le foto. Le foto il testo. Ed è solo per convenzione editoriale che il saggio di Forgione, a suo agio sia con la stilcritica sia con la ricostruzione dei contesti, preceda le oltre quaranta immagini di Magliani.
Nostra signora della misericordia, di Gianluca Forgione e Mauro Magliani, 18 pp., 42 tav. a col., Artchive Portfolio, Verona 2019, € 22,00

Un dettaglio delle «Sette opere di misericordia» di Caravaggio
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