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Giuseppe M. Della Fina
Leggi i suoi articoliIl percorso del Museo Archeologico Nazionale di Chiusi si è arricchito di una nuova opera: il mosaico rinvenuto in via della Violella. Si possono ripercorrere brevemente le vicende della sua scoperta e della sua recentissima valorizzazione: il mosaico venne scavato nei mesi di aprile e maggio del 1969 con un intervento di emergenza durante lavori edilizi che, già due anni prima, avevano portato alla scoperta di un tratto consistente delle mura di cinta della città databili al IV-III secolo a.C.
Fu subito chiaro che il pavimento mosaicato andava messo in connessione con un edificio di età romana con ogni probabilità una villa, di cui dovrebbe avere ornato il triclinio. Nell’ottobre dello stesso anno l’Opificio delle Pietre Dure ne eseguì lo strappo: il mosaico rimosso, fu suddiviso in sezioni ed esse furono poste su tela e pannelli di legno. Tali pannelli vennero impilati gli uni sugli altri in attesa di una ricollocazione in situ che non avvenne. Lì rimasero sino al 2015 quando si decise d’intervenire per recuperare il pavimento musivo sempre in collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure.
Il restauro venne eseguito tra il 2016 e il 2018, sotto la direzione di Anna Patera e Monica Salvini, e s’iniziò a ipotizzare un’esposizione del mosaico negli spazi del museo chiusino. Quel progetto è giunto ora al termine per l’impegno di Fabrizio Vallelonga, che lo dirige, del Gruppo Archeologico Città di Chiusi e dei restauratori Giulia Basilissi e Alessandro Fonti che hanno seguito le fasi finali del lavoro.
Il mosaico nella sua interezza copriva circa venti metri quadrati e prevedeva un riquadro centrale figurato (2x3 metri) realizzato con tessere bianche e nere e rari inserti di altri materiali (vetro e terracotta). Il resto del mosaico presentava tessere verdi di dimensioni maggiori rispetto al riquadro figurato e disposte in maniera irregolare.
Lo spazio decorato prevedeva, al centro, la raffigurazione del dio Dioniso a cavallo di una pantera, inserito all’interno di un ottagono e di vari motivi geometrici. Attorno a lui, sono anche quattro pantere di piccole dimensioni. La parte inferiore del riquadro presenta, invece, due pantere affrontate e un cratere centrale.
Il mosaico viene datato nel II secolo d.C. e suggerisce la vivacità di Chiusi anche in età romana. La sua esposizione ha comportato un riallestimento parziale di alcuni spazi del museo consentendo l’inserimento di alcuni elementi architettonici in terracotta - provenienti dalla medesima domus di via della Violella - e di una base iscritta di statua onoraria nel percorso di visita.
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