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Alcuni Bronzi di San Casciano nell’allestimento del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia

Foto © massmedia di Stefano Bergomas

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Alcuni Bronzi di San Casciano nell’allestimento del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia

Foto © massmedia di Stefano Bergomas

Ultime novità del 2025 da San Casciano dei Bagni. E nel 2026 un museo

Tra gli studiosi si fa largo l’ipotesi di una scuola medica legata all’area sacra: notevole la quantità di ex voto, alcuni dei quali veri e propri modelli anatomici. Il cinquecentesco Palazzo dell’Arcipretura, acquisito dal Mic, sarà dedicato alle scoperte nel sito

 

Nelle ultime settimane i responsabili scientifici delle campagne di scavo in corso nell’area archeologica di San Casciano dei Bagni (Siena) hanno avuto due occasioni per presentare i risultati delle loro ricerche: la mostra «Gli dèi ritornano. I Bronzi di San Casciano», allestita nei suggestivi depositi del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia (fino all’8 marzo 2026), e il XXX Convegno Internazionale di Studi sulla Storia e l’Archeologia dell’Etruria (Orvieto, 12-13 dicembre).  A queste due iniziative si può aggiungere la recente pubblicazione del volume Il santuario ritrovato. 3. Oltre il bronzo. Rapporto preliminare di scavo (2023-2024) al Bagno Grande di San Casciano dei Bagni, curato da Emanuele Mariotti, Ada Salvi e Jacopo Tabolli (Sillabe, 2025).

Le novità non mancano: innanzitutto l’ampliamento dell’area di scavo dove le indagini geofisiche e la presenza di una seconda sorgente facevano ipotizzare la possibilità di rinvenire altre significative evidenze archeologiche.

Ora, come ha proposto Emanuele Mariotti, si può affermare che quanto riportato alla luce costituisce un «santuario di sorgente» o «delle sorgenti», destinato ad accogliere le preghiere, i rituali di divinazione, gli ex voto in bronzo e in terracotta, le monete di epoca imperiale, le offerte vegetali di uomini e donne di un’area vasta che guardava soprattutto, anche se non esclusivamente, verso i territori di Chiusi e Perugia.

L’acqua termale con le sue virtù salutari appare l’elemento attorno a cui l’impianto si sviluppò sia nella fase tardo-etrusca che romana. In proposito Massimo Osanna ha prospettato la possibilità che il luogo possa essere identificato con le fonti salutari presenti nel territorio chiusino e ricordate da Orazio in una delle sue epistole e indirizzata a Numonio Vala (I, 15). Vi accenna al fatto che Antonio Musa, il celebre medico personale di Augusto, guardava con scetticismo «gli ammalati che s’arrischiano a sottoporre capo e stomaco alle fonti di Chiusi».

L’altro elemento di novità scaturito soprattutto durante la campagna di scavo 2025 e ovviamente in corso di approfondimento è la presenza notevole di ex voto in terracotta, tra i quali alcuni poliviscerali. Per quest’ultimi si potrebbe ipotizzare che siano atlanti di anatomia più che ex voto veri e propri. D’altronde l’attenzione per la realtà anatomica si ritrova in alcuni modelli in bronzo, come nel caso di quello che riproduce una trachea ritrovato nel 2024 ed esposto ora ad Aquileia.

Le conoscenze anatomiche sviluppate nel santuario appaiono sempre più evidenti di anno in anno e stanno spingendo i responsabili delle ricerche a ipotizzare l’esistenza di una scuola medica legata all’area sacra: Antonio Musa mostrava scetticismo forse verso alcuni colleghi.

Infine, si può ricordare che è prevista la musealizzazione in loco di quanto rinvenuto: il Ministero della Cultura ha acquistato il cinquecentesco Palazzo dell’Arcipretura, situato nel cuore del borgo, nel 2023 e il museo dovrebbe essere inaugurato entro il 2026. Due piani dell’edificio saranno dedicati alla scoperta avvenuta e alla ricostruzione della vita nel santuario; altri due livelli accoglieranno una sala conferenze, un bookshop e una caffetteria.

 

                  

                                                                     

 

 

Giuseppe M. Della Fina, 23 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

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