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Quasi 8 anni di lavori e 6 milioni di euro per il restauro del Castello
A dì 2 di febbraro 1494 alla Sforzesca ritrassi scalini 25 di 2/3 di braccio l’uno, larga braccia 8». Così annota Leonardo da Vinci nel Manoscritto H dell’Institut de France, commentando una sua visita alla cascina ducale della Sforzesca, appena fuori Vigevano (uno dei gioielli della riforma agricola promossa da Ludovico il Moro), per il cui mulino progettò una «scala d’acqua» tuttora esistente, al fine di regolare il flusso delle acque. La cita nuovamente nel Codice Hammer, dove parla della «Scala di Vigievine sotto la Sforzesca, di 130 scaglioni, alti 1/4 e larghi 1/2 braccio, per la quale cade l’acqua e non consuma niente nell’ultima percussione».
Architetto ducale, ingegnere delle acque e molto altro, Leonardo, al pari del Bramante (cui si devono la Torre e varie aree del Castello) era di casa a Vigevano e, sebbene non restino documenti al riguardo, entrambi dovettero collaborare con Ambrogio da Corte alla realizzazione della piazza Ducale (1492-94, la prima d’Europa ideata con un progetto unitario), che Ludovico il Moro volle come superba corte d’onore per quel Castello da lui tanto amato. In realtà, più che un Castello, quello di Vigevano è una sorta di città nella città, esteso su oltre 70mila metri quadrati alle spalle (ma a una quota più elevata) della piazza Ducale.
Fondato in epoca longobarda, tra il VII e il X secolo, il Castello di Vigevano conobbe la sua fortuna sotto i Visconti prima (nel 1341 Luchino Visconti lo trasformò in una rocca ben munita) poi con gli Sforza che, con Galeazzo Maria e, più ancora, con Ludovico il Moro, fecero di quell’arcigna architettura difensiva una splendida dimora ducale. Con la fine degli Sforza, per il Castello iniziò il declino, fino a quando non divenne una caserma, austriaca prima, poi sabauda, infine italiana, fino al 1968.
Nel tempo, le trasformazioni sono state ingenti (tra l’altro nell’Ottocento un solerte architetto militare mutò molte delle finestre a tutto sesto in monofore e bifore di gusto «troubadour») e gravissimi i danni al manto pittorico delle sale, ma il Castello non ha certo perso il suo fascino e la città di Vigevano, con Regione e Soprintendenza e con il contributo della Fondazione Cariplo, dal settembre 2008 ha avviato importanti lavori di restauro, conclusi all’inizio del 2016, con una spesa complessiva di poco meno di sei milioni di euro, che hanno interessato il piano terra e il primo piano sotterraneo del Maschio, le prigioni, la Torre del Bramante, la bellissima Strada coperta che porta alla campagna e la prima Scuderia (di tre) e hanno dotato le sale restaurate del Maschio di tutti gli impianti necessari a una funzione museale ed espositiva.
Ed è proprio nelle sale del piano terra che a maggio si apre un museo multimediale dedicato a Leonardo, promosso dal Consorzio Ast-Agenzia per lo sviluppo territoriale di Vigevano e supportato da Fondazione Cariplo, Arcus spa e GAmm-Giunti: un omaggio ai soggiorni e ai progetti di Leonardo da Vinci nella città ducale che, in assenza di opere di sua mano, si propone come «un racconto del suo pensiero e della sua vita». Come falsariga per il suo percorso è stata scelta la lettera di autopresentazione che egli scrisse da Firenze a Ludovico il Moro, per essere ingaggiato (forse il primo curriculum della storia, la cui bozza è oggi nel Codice Atlantico della Biblioteca Ambrosiana), in cui elencava in nove punti le sue molte competenze militari e ingegneristiche e, solo al decimo, le doti di pittore e scultore.
Allestito da Migliore+Servetto Architects, cui si deve già il Museo Egizio di Torino, lo spazio museale, che è realizzato con la supervisione scientifica di Carlo Pedretti, si snoda nelle sale storiche, dove sopravvivono pochi frammenti della decorazione murale della bottega di Bramante (e Bramantino), servendosi di installazioni multimediali, sistemi interattivi e riproduzioni di disegni e opere pittoriche, queste riunite nella Pinacoteca impossibile che presenta tutti i dipinti certi di Leonardo riprodotti in scala reale con tecniche ad alta risoluzione.
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