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I tormenti del romantico Gleyre

Luana De Micco

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In Francia il nome di Charles Gleyre è spesso associato al solo «La sera o Le illusioni perdute», opera presimbolista che l’artista svizzero realizzò per il Salon del 1843. Il dipinto, conservato al Louvre, è stato di recente restaurato e ora è esposto nella mostra «Charles Gleyre (1806-1874). Il romantico pentito» che si tiene al Musée d’Orsay dal 10 maggio all’11 settembre

È la prima retrospettiva in Francia dedicata a Gleyre, nato a Chevilly nel 1806, e morto a Parigi a 68 anni, che resta poco noto al di fuori del suo Paese di origine, ma che ebbe tra i suoi allievi i futuri impressionisti Monet, Renoir e Sisley. La mostra, che riunisce 120 opere (molti i disegni), è stata possibile grazie ai numerosi prestiti del Musée cantonal des Beaux-Arts di Losanna: tra i quadri più emblematici in arrivo dalla Svizzera, «La modestia egiziana», «Diana» (1838), «Il diluvio» e «La danza delle Baccanti».

Il percorso propone anche «dialoghi» con i lavori dei maestri (Léopold Robert, Horace Vernet, Louis Hersent) e quelli degli allievi (Renoir, Jean-Léon Gérôme e Henri-Pierre Picou). È esposto anche il ritratto del pittore dipinto da Sébastien Cornu nel 1826-27. La mostra al Musée d’Orsay, che nel ricostruire la carriera e nel raccontare i tormenti di Gleyre rimette in discussione il suo «presunto» accademismo, intende dimostrare come il pittore fu tra i più fini conoscitori del Medio Oriente e del Nord Africa della sua generazione e uno dei più apprezzati protagonisti della scena artistica parigina del suo tempo.

Luana De Micco, 11 maggio 2016 | © Riproduzione riservata

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