Jenny Dogliani
Leggi i suoi articoliVistamare, in linea con una programmazione che mette a confronto diverse generazioni di artisti, presenta fino al 28 febbraio le personali di Sol LeWitt ed Eloise Hawser, entrambi impegnati, seppur con significative differenze, nella declinazione del concetto di modularità.
Nato nel 1928 e scomparso nel 2007, LeWitt è noto per i wall drawing e le sculture. Il suo lavoro parte da schemi geometrici privi di qualsiasi coinvolgimento emotivo. Il progetto e il concepimento dell’opera diventano più importanti della sua esecuzione, che l’artista delegava ai suoi assistenti ancora oggi impegnati nello stesso compito. «Wall Drawing #460» è una piramide asimmetrica distesa nelle sue facce, raffigurate in diverse tonalità di grigio sulle pareti di una stanza della galleria. Tale rappresentazione altera la percezione dello spazio e della tridimensionalità della figura. «Horizzontal Progression #6» è una struttura modulare che mostra uno scheletro complesso, ottenuto reiterando la forma elementare del cubo. In mostra anche una serie di gouache del 2003, opere, queste, di esecuzione autografa.
La giovane londinese Eloise Hawser (1985) studia e utilizza invece materiali, oggetti e processi industriali affrancandoli dalla loro funzione e meccanicità. Tra le opere in mostra figurano tele in poliestere ispirate alle buste postali e sculture di parti del corpo riprodotte con la stampa 3d e tagliate per simulare strutture lamellari. Tra queste «Karoshi 2»: la sezione verticale di un volto umano che rivela, pur nella sua schematica semplicità, un universo articolato, poetico e complesso.
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