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Seduta di Gaetano Pesce

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Seduta di Gaetano Pesce

I mille di Mercanteinfiera sono i primi a ripartire

Forte dell’acquisizione di Mia Fair, Fiere di Parma accosta all’evento principale una rievocazione dell’emigrazione italiana in America e una monografica su Adriano Olivetti

Stefano Luppi

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A differenza di quanto comunicato da altri expo italiani, le Fiere di Parma, alle prese con la nuova edizione della storica Mercanteinfiera prevista dal 12 al 20 marzo, in controtendenza con i problemi economici causati dalla pandemia, investono sul futuro.

Lo spiega a «Il Giornale dell’Arte» Ilaria Dazzi, exhibition director della manifestazione che riunisce un migliaio di espositori sui 40mila metri quadrati di quattro padiglioni all’ente fieristico emiliano: «In uscita dalla pandemia e forti di una straordinaria solidità finanziaria, Fiere di Parma è più dinamica che mai e per questo amplia il suo asset strategico. Recente, infatti, è l’acquisizione di Mia Fair - Milan Image Art Fair, la più importante fiera italiana dedicata alla fotografia e all’immagine fotografica, un’operazione che sull’asse Parma-Milano contribuirà a costruire un polo leader in Europa dedicato all’arte, all’antiquariato, al design e alla fotografia».

La responsabile riassume inoltre anche il recente passato e il futuro: «Mercanteinfiera riparte sulla base dell’ottimo risultato conquistato l’autunno scorso con 50mila visitatori e circa 5mila buyer in presenza, confermando una fedeltà al salone per certi versi inaspettata considerata la pandemia. Siamo a pieno regime e, causa lo spostamento di altri saloni invernali specializzati, diventiamo quest’anno il primo appuntamento di settore. Assecondiamo anche le richieste degli espositori: se è vero infatti che il digitale ha aiutato in questi anni il mercato dell’arte, è altrettanto vero che il rapporto personale che si crea dal vivo è insostituibile».

L’impianto dell’appuntamento con antiquariato, design storico e collezionismo vintage rimane quello canonico. Presenti espositori di pittura, scultura, grafica dal ’600 al ’900, ma anche operatori che propongono altre tipologie, ad esempio un raro orologio Cartel del 1800 firmato da Antoine Thiout Paris, un visore stereoscopico di inizio ’900, cui si assommano marchi storici dell’orologeria come Rolex, Patek Philippe, Audemars Piguet e del design come Gio Ponti, Fornasetti, Arne Jacobsen e Gaetano Pesce.

Due le mostre collaterali, «Partivano i bastimenti. Home sweet home America» e «Olivetti #StoriadiInnovazione». La prima, curata da Massimo Cutò, rievoca il viaggio dei migranti italiani che ai primi del secolo scorso si imbarcarono per l’America attraverso poster, réclame, oggetti usati dagli italiani definiti spregiativamente «macaroni» e le temutissime schede sanitarie di Ellis Island che decretavano l’inizio o la fine del sogno americano per milioni di connazionali.

La seconda rassegna, organizzata con l’associazione Archivio Storico Olivetti di Ivrea, fa il punto su Adriano Olivetti attraverso la sua produzione, dalle celebri macchine per scrivere M40, Lettera 22 e Valentine e da calcolo Divisumma 24 e 18, Summa 19 nonché Programma 101, antesignano degli attuali computer.

Seduta di Gaetano Pesce

Un «clutch» vintage

Stefano Luppi, 11 marzo 2022 | © Riproduzione riservata

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