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Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliNella sua Satira IV, opera che esplora la condizione umana e analizza le critiche alla corte gentilizia con linguaggio satirico e metafore animali a simboleggiare i difetti umani, Ludovico Ariosto (1474-1533) scrive: «Già mi far dolci inviti a empir le carte li luoghi ameni di che il nostro Reggio [Emilia], il natio nido mio, n’ha la sua parte. Il tuo Maurician [Mauriziano] sempre vagheggio, la bella stanza, il Rodano vicino, da le Naiade amato ombroso seggio, il lucido vivaio onde il giardino si cinge intorno, il fresco rio che corre, rigando l’erbe, ove poi fa il molino».
Nei versi spunta il Mauriziano, la residenza estiva a Reggio Emilia, nella quale il grande poeta estense non risulta aver abitato continuativamente, ma che «vagheggia» per la sua caratteristica di abitazione-delizia, immersa nel verde della tranquilla campagna reggiana: un luogo dunque importante, oggi proprietà del Comune che ne gestisce la conservazione e l’apertura pubblica.
Dopo tre interventi conservativi susseguitisi nel Novecento (nel 1926-33, nel 1951 e nel 1974), l’edificio è stato restaurato nel 2022-23 nell’ambito del «Progetto Ducato Estense» finanziato dall’allora MiBac (oggi MiC).
Quest’anno è invece oggetto di Il Mauriziano, labirinto della memoria. Immagini e parole per la casa dell’Ariosto, ampio volume a cura di Maria Montanari che fa il punto sulla storia e sull’ultimo intervento conservativo con dovizia di illustrazioni realizzate da Carlo Vannini.
Gli undici saggi della pubblicazione sono divisi in quattro parti dedicate rispettivamente alla storia dell’edificio, alla riqualificazione, alla decorazione e alla nuova destinazione. Quest’ultima, legata allo sviluppo turistico, è analizzata da Gianluca Genovese: dal settembre 2023 il Mauriziano è infatti una casa d’artista, resa tale dal progetto «Furiose interazioni» cofinanziato da Stato e Fondazione Tiche. L’ampio apparato didattico multimediale immersivo è stato ideato con Reggio Children, un punto di riferimento mondiale per la pedagogia scolastica.
Nelle pagine precedenti si fa invece il punto sulla costruzione dell’edificio, risalente al 1490-92 grazie alla famiglia Malaguzzi con cui il poeta divise parte della residenza nel «Palazzo Nuovo», attraverso i saggi, tra gli altri, di Alberto Cadoppi, Diego Menozzi e Giada Pellegrini (quest’ultima ha descritto il parco), cui seguono le pagine dedicate al restauro cui hanno collaborato gli architetti Giorgio Adelmo Bertani e Francesca Vezzali e la restauratrice Alessandra Cavaletti, oltre a coloro che si sono occupati delle indagini diagnostiche del Dipartimento di Diagnostica dell’Università di Bologna-Ravenna.
Segue la sezione dedicata ai tre camerini dipinti attribuiti alla scuola o all’ambito di Nicolò dell’Abate (Modena 1510 ca-Fontainebleau, 1571), con saggi di Angelo Mazza, Maria Montanari e Corrado Confalonieri.
Il Mauriziano, labirinto della memoria. Immagini e parole per la casa dell’Ariosto
a cura di Maria Montanari, pp. 240, edizioni Grafiche Step, Parma 2024, € 18

La copertina del volume
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