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Benjamin Senior ha studiato la pittura italiana del Rinascimento. E, sembra, anche il Realismo Magico e certo novecentismo. E mostra di conoscere bene anche Balthus, che di grande pittura italiana se ne intendeva. Ha saputo però metabolizzare tali stimoli e restituirli con un linguaggio personale, calandoli poi nella realtà composita e multietnica di oggi e in contesti dinamici come una strada affollata e un centro commerciale.
Ciò che identifica la pittura di questo giovane artista (Londra, 1982) è infatti la singolare fusione di immobilità e dinamismo. Se le figure appaiono bloccate in un tempo sospeso, la composizione dei dipinti segue una struttura ritmica che nega quella staticità, dando vita a un corto circuito visivo accresciuto dallo spaesamento generato dalla collisione tra l’apparenza antica e la realtà contemporanea.
Nei lavori presentati da Monica De Cardenas («Benjamin Senior. Parade», sino al 27 febbraio) introduce un’altra modalità tratta dalla pittura rinascimentale: quello scorcio dal basso caro a Mantegna e al Bramantino, e che Senior riprende con consapevole sapienza.
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