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Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliPrende il via dal 21 al 29 settembre la trentunesima edizione della Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze (Biaf), giunta a 60 anni dalla sua creazione (1959). Rigorosa la selezione di 77 gallerie internazionali, con ben 16 new entry, tra cui varie gallerie straniere. Un segno di quanto la Biennale fiorentina, il cui segretario generale è Fabrizio Moretti, sia sempre più in crescita e possa essere ritenuta ormai la più importante mostra d’antiquariato per l’arte italiana.
La cornice è sempre quella di Palazzo Corsini con un progetto di allestimento creato da Matteo Corvino per la Biaf 2017. Tra le novità di questa edizione il «Premio per le arti decorative o di design» (25mila euro) sponsorizzato da Ronald S. Lauder: verrà assegnato su una terna di opere segnalate dalla giuria nel corso della Biennale e destinato al restauro di alcune opere d’arte decorativa appartenenti al patrimonio culturale pubblico.
La mostra «ospite» nel Palazzo Corsini, all’interno dell’Alcova al primo piano, è quest’anno «Universo Bardini», da un’idea di Bruno Botticelli e David Lucidi e a cura di quest’ultimo: un progetto dedicato a Stefano Bardini, il «principe degli antiquari», che grazie a prestiti dal Museo Bardini e da collezionisti privati e antiquari e opere riportate in Italia (alcune delle quali saranno in vendita), rende omaggio alla figura del celeberrimo mercante, ma anche al ruolo che egli svolse nell’ambito del collezionismo tra ’800 e ’900 e nell’allestimento di importanti raccolte internazionali.
Tra le oltre 5mila opere selezionate per la Biaf, troviamo, alla Galleria Salamon, una tempera su tavola a fondo oro con «Madonna col Bambino in trono fra sei santi» recentemente individuata da Angelo Tartuferi come opera del pittore fiorentino Ventura di Moro (Firenze 1399 - 1486), datata 1430 ca, mentre da Nicholas Hall è «Il filosofo» di Dirk van Baburen, datato 1618-19 ca.
La galleria Simon C. Dickinson di Londra (per la prima volta alla Biaf) espone il «Redentor di Venezia», olio su tela di Canaletto, mentre da Matteo Lampertico è «Siface davanti a Scipione l’Africano» di Giambattista Tiepolo (1716-18). Tra le proposte di Antonacci-Lapiccirella troviamo un doppio ritratto di gran fascino di Giovanni Boldini, con sul fronte una «Donna con cappello» e sul verso una «Donna nuda seduta» (1905 ca).
Un «Autoritratto delle nuvole» di Giorgio de Chirico del 1948 è invece da Tornabuoni Arte mentre alla Galleria Berardi è la «Mattinata sul mare», olio di Giulio Aristide Sartorio del 1929; qui troviamo anche un pastello su carta di Francesco Paolo Michetti del 1893, intitolato «Aligi». Per la scultura, si annotano da Lullo Pampoulides i ritratti, opera di Lorenzo Bartolini, di «Elisa Bonaparte Baciocchi Levoy» e «Felice Pasquale Baciocchi Levoy» (1809 ca), scolpiti in marmo di Carrara.
La presenza dell’arte contemporanea vede opere di artisti ritenuti ormai classici: si va dal «Concetto spaziale» del 1964-65 di Lucio Fontana presentato da Dickinson, al «Vulcano per purificare le parole» di Gilberto Zorio del 1983, alla Galleria Poggiali. Oppure «Peinture et collage sur papier» (1964) di Daniel Buren da Continua.
Non mancano gli arredi di notevole qualità come la coppia di mobiletti a portella e cassetto lastronati e intarsiati, del 1787, di Giuseppe Maggiolini, esposti da Piva & C. E per il Novecento da Robertaebasta la consolle in radica di noce ferrarese con due cassetti sottopiano e puntali in ottone di Gio Ponti degli anni Trenta.
Per gli amanti dei gioielli e degli oggetti da collezione l’alamaro (gioia da petto) in oro, smalto, smeraldi e perla (Spagna, XVII secolo) da Deborah Elvira, o, da Peter Finer un fucile a pietra focaia in legno e acciaio realizzato da Michele Lorenzoni, con il monogramma di Ferdinando III de’ Medici, granduca di Toscana.
Come osserva Carlo Orsi, «il mercato antiquario è ben vivo in questo momento e le vendite all’estero lo confermano. Dispiace dunque, data la qualità altissima di una mostra come quella di Firenze, non avere ancora in Italia criteri di chiarezza riguardo la libera circolazione. L’attuale Governo è sempre più severo, senza considerare quanto il nostro settore sia invece una risorsa per l’economia del Paese e necessiti di criteri in linea con lo scenario internazionale».
Di analogo parere Bruno Botticelli che si è anche battuto perché la Biennale si innervasse più profondamente nella città, con varie scelte pensate ad hoc: «La figura dell’antiquario, osserva, deve essere riconosciuta di più. E che cosa sarebbero gli artigiani fiorentini senza il lavoro che noi diamo loro, facendo valere le loro competenze? Ci deve essere inoltre una sterzata “estetica” che ponga un freno al “mangificio” che invade certe vie, sennò perdiamo un’identità. In fin dei conti la Biennale dell’Antiquariato attira più di 20mila visitatori, siamo competitivi con il mondo della moda!».
Da questa edizione dunque troveremo tanti luoghi della città coinvolti, specie in quel magico carré che, includendo Palazzo Corsini, va da via Maggio a via dei Fossi, da via Tornabuoni a Ponte vecchio. Per celebrare il sessantennio di attività della Biaf c’è la prima Florence Art Week, con eventi, mostre, performance e incontri che vede percorsi tra musei, gallerie fiorentine, e realtà artigianali, dall’arte antica a quella contemporanea, come quelli delle due gallerie new entry della Biaf: la Galleria Poggiali di Firenze, con opere di Gilberto Zorio ed Enzo Cucchi, e la Galleria Continua che, con le gallerie Bacarelli e Botticelli, combina opere rinascimentali e neoclassiche con lavori contemporanei di Pistoletto, Kapoor e Buren.
Da Frascione Arte opere di Ruggero Michahelles in arte RAM fratello del futurista Ernesto Michahelles (in arte Thayaht), con alcuni inediti. E mentre si confermano partnership di alto livello, tra cui quelle con Axa Xl Art & Lifestyle, main partner, e Fondazione CR Firenze, il cui contributo è sempre prezioso, nuova è la collaborazione tra la Biennale e la Frick Collection di New York ma anche quella con il Maggio Musicale Fiorentino, grazie a Bruno Botticelli, il quale ha curato, presso il foyer del Teatro, «La Biennale in bianco e nero», una selezione di foto storiche dell’archivio Biaf.

Veduta di Palazzo Corsini a Firenze. Foto: Wikipedia
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