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Duchamp ed eredi

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Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Mentre Zurigo festeggia il centenario del Dada con mostre (al Landesmuseum, al Kunsthaus e in alte sedi) e numerosi eventi, il Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona celebra l’anniversario con la rassegna «Marcel Duchamp. Dada e Neodada» (dal 27 marzo al 26 giugno), curata da Mara Folini e realizzata in collaborazione con il tedesco Staatliches Museum di Schwerin, che conserva una delle più importanti collezioni europee di opere di Marcel Duchamp (1887-1968).

Icona della mostra, la sua celebre, dissacrante «Gioconda con i baffi», uno degli «sberleffi» più efficaci e fortunati dei molti che l’artista francese (ma naturalizzato statunitense nel 1955) creò, nella sua volontà di rivolta contro il conformismo borghese, cui si doveva in quegli anni la guerra atroce che si stava svolgendo. Il suo obiettivo era trovare un linguaggio che «non fosse meramente retinico o visivo, ma che parlasse alla materia grigia», scalzando così tutte le convenzioni in uso sino ad allora.

Sono in mostra anche il celebre «Nu descendant un escalier», 1911-37, e alcuni readymade, dal «Pettine», 1916-64, ai «Grembiuli della lavandaia», 1959. Ma ai suoi lavori sono inframmezzati quelli degli esponenti di Fluxus, movimento neodadaista costituitosi nel 1962, grazie anche a lui. Undici gli artisti presenti in mostra, dal promotore, Georges Maciunas, da Nam June Paik, Ben Patterson, Dick Higgins, Philip Corner, Daniel Spoerri, Robert Filliou, Ben Vautier e altri, tutti eredi della «blasfemia» artistica di Duchamp e come lui impegnati a sovvertire i codici correnti negli ambiti espressivi più diversi.

 

Ada Masoero, 24 marzo 2016 | © Riproduzione riservata

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Duchamp ed eredi | Ada Masoero

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