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Collezionisti ad Artissima | Giorgio Fasol

Il fondatore della Collezione e Associazione culturale Agiverona frequenta la fiera torinese dalla prima edizione e compra per atto d’amore

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Jenny Dogliani

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Scopritore di talenti come Maurizio Cattelan e Tino Sehgal, Giorgio Fasol è un veronese di ferro, classe 1938, fondatore della Collezione e Associazione culturale Agiverona, istituita nel 1980 con opere di artisti come Giulio Paolini, Anish Kapoor, Alberto Garutti e Luigi Ghirri. Per lui collezionare è una sfida contro il tempo.

Questa è la sua Artissima numero?
24.

Le ha fatte tutte, dalla prima di Roberto Casiraghi a oggi.
Ne ho perse tre, perché ero malato o impossibilitato a venire.

Che opere ha comprato o avrebbe voluto comprare in questa edizione?
Ormai non vedo più la fiera. Faccio tre giorni di fiera, tre giorni in cui mi fermano continuamente per fare delle chiacchiere. 

Un artista che l’ha colpita?
Dora Garcia, nella galleria Laveronica (Modica). Ha fatto una stanza vuota, dove può entrare solo l’artista, se ci va dentro chiunque altro non è più l’opera.

Lei ha talento per scoprire i talenti.
Sono stato il primo in Italia a prendere Maurizio Cattelan e Tino Sehgal. Ho comprato anche la prima opera di Subodh Gupta venduta fuori dall’India, una delle sculture con cui è stato inaugurato il Palais de Tokyo a Parigi. Fin dall’inizio sono sempre andato alla ricerca delle esperienze più all’avanguardia. Il merito è anche dei galleristi: nel 1969, per esempio, volevo a tutti i costi comprarmi un Fontana, costava 3 milioni di lire, io avevo solo 1 milione, ma lo comprai lo stesso (a rate). Lo stesso gallerista mi disse: «Fai bene a comprare questo, io però ti faccio vedere anche un giovane che sarà altrettanto famoso» e mi srotola una grossa tela bianca con delle S nere, era un Kounellis. 

E ad Artissima ha scoperto qualche artista che poi è cresciuto tantissimo?
Nel 2012, vedo uno stand bianco con degli uccellini imbalsamati appoggiati sul pavimento. Come l’ho visto l’ho comprato, per me l’acquisto è un atto d’amore. Era l’opera di Vanessa Safavi, che poi ha vinto il premio Illy Present Future. Nel 2004 ho preso Jonathan Monk da Sonia Rosso, che l’anno dopo ha fatto una mostra al Castello di Rivoli. Mi entusiasma scoprire gli artisti giovanissimi, alle prime armi, è una sfida tra me e il tempo; solo il tempo mi dirà se ho fatto la scelta giusta.

Chi fruisce della sua collezione?
Ho due depositi a lungo termine, uno al Mart di Rovereto e uno all’Università di Verona con il progetto Contemporanee/Contemporanei. Negli ultimi dieci anni sono state fatte sette mostre sulla mia collezione, dal Mart di Trento a Dolomiti Contemporanee al Complesso Museale di Santa Maria della Scala a Siena. Le opere circolano spesso anche per mostre in musei nazionali e internazionali.

Quali sono le sue fiere di riferimento?
Vado a tutte le quattro fiere italiane (Bologna, Milano, Torino, Verona), a parecchie fiere europee (come Basilea, Bruxelles, Colonia, Londra, Parigi), alle principali fiere internazionali (New York, Miami, Istanbul). Vado perché ho un’ottima memoria visiva che mi permette di selezionare. Se non conosci non puoi scegliere: se non conosco e mi scatta la scintilla, potrei commettere un grande errore in termine di soldi.

Perché torna sempre ad Artissima?
Perché qui ci sono le mostre di avanguardia, che sono quelle che interessano a me.


Speciale Artissima 2021
 

Giorgio Fasol

Jenny Dogliani, 06 novembre 2021 | © Riproduzione riservata

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