Riccardo Deni
Leggi i suoi articoliSi è aperta il 20 maggio (ed è attiva sino al 27 maggio) «Contemporary Art | Milan», asta online dedicata agli artisti d’avanguardia del XX e XXI secolo attraverso una scrupolosa selezione di lavori provenienti da collezioni private italiane ed europee. L’asta è immediatamente caratterizzata e segnata dall’opera «Natura morta» di Giorgio Morandi (stima 800mila-1,2 milioni di euro) eseguita nel 1942, e per la prima volta sul mercato dopo anni in mani private.
Sempre all’interno del canone temporale e nel concetto di tempo e di mantra spirituale, è bene tenere d’occhio l’opera di Roman Opalka «OPALKA 1965/1- ∞ Détail 185086 – 218302» (400-600mila). Non è possibile poi ignorare due lavori in cui il tempo diventa ritmo, come «Villalta», monumentale dipinto del 1958 di Afro (500-750mila) e «Sperlonga Drawing» di Cy Twombly del 1959 (350-450mila), un’intima opera su carta dell’artista americano che segue, difficile dimenticarla, la vendita di «Untitled (Rome)», lavoro facente parte del ciclo pittorico «Blackboards» dello stesso autore, battuto recentemente a Sotheby’s New York a 41,6 milioni di euro.
L’asta, il cui 85% dei 65 lotti offerti viene presentato per la prima volta sul mercato, presenta poi molte opere di artisti internazionali, probabilmente acquistate da collezionisti italiani prima che i loro valori arrivassero alle vette di oggi, quali George Condo (lotti 2, 55, 56), Sergio Camargo (lotto 13), On Kawara (lotto 10) e Sol LeWitt (lotto 15). Molti sono i materiali e le modalità di installazione presentate in asta, con un rosario di opere dell'Arte povera, quali tre Alighiero Boetti (lotti 1, 4, 50); due Giuseppe Penone (lotti 17, 51); un Giulio Paolini (lotto 19), un baco di Pino Pascali (lotto 18); e un’opera di Gilberto Zorio (lotto 20).
Così come una sinuosa e potente parentesi nella ceramica con opere di Leoncillo (lotti 30, 37), Melotti (lotti 36, 62, 64) e Lucio Fontana (lotti 6, 21, 27, 33, 58). A chiudere (metaforicamente) un altro lavoro sull’idea di un tempo esistenziale, di arte come esercizio tantrico e gesto residuale di sopravvivenza: l’opera di Peter Dreher che, come Morandi, trova nella pittura e in una ripetizione alla ricerca di perfezione, una ragione di vita.
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