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Un architetto viennese per l’Egizio

Un architetto viennese per l’Egizio

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Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Affidato a Markus Scherer il nuovo allestimento del Museo Egizio di Milano

 

Il Museo Egizio della città, ospitato in una delle (cosiddette) Sale Viscontee del Castello Sforzesco, sta per essere sottoposto a un radicale rinnovamento: l’allestimento attuale, degli anni Settanta, non più adeguato ai criteri museologici, museografici e conservativi di oggi, sarà infatti sostituito da un nuovo allestimento in grado di valorizzare la qualità delle sue collezioni, non a caso premiate da circa 100mila visitatori l’anno. Già approvato dalla Soprintendenza Archeologia della Lombardia, il nuovo progetto, redatto dalla Direzione del museo con la consulenza dell’egittologa Sabrina Ceruti, è stato affidato dalla commissione tecnica (formata da Claudio Salsi, soprintendente Castello e Musei Storici e Archeologici; Donatella Caporusso, responsabile Museo Archeologico, e Anna Provenzali, conservatore del museo e responsabile del progetto) all’architetto viennese Markus Scherer.

 

Il concept di Scherer, allievo di Vittorio Gregotti e Bernardo Secchi alla Iuav di Venezia, è stato scelto fra i cinque presentati da altrettanti professionisti specializzati in ambito museologico, individuati dalla commissione con un’indagine di mercato. Le attuali, datatissime vetrine in plexiglas con moquette saranno sostituite da moderne teche con basamenti in pietra calcarea (quella usata dagli Egizi per le loro sculture) e il nuovo ordinamento sarà in grado di esporre un numero più elevato di reperti della collezione del museo (in tutto 3mila pezzi, di cui 250 soltanto ora esposti), frutto degli scavi condotti negli anni Trenta da Achille Vogliano a Medinet Madi e Tebtynis. Fu grazie a queste campagne che si scoprì un importante tempio del Medio Regno a Medinet Madi e che giunse in museo, tra le altre, la statua di Amenhemat III.

 

Nel nuovo percorso sarà dato rilievo anche al nucleo di reperti dell’Egitto greco-romano, crogiolo di culture diverse, età meno nota ma non meno affascinante delle precedenti. In contemporanea si sta procedendo allo studio e alla manutenzione conservativa dei materiali: papiri e mummie (umane e animali) sono già in restauro; per i materiali lapidei e i legni è stata invece chiesta la collaborazione dell’Istituto superiore per la conservazione e il restauro del Mibact. I costi del progetto (40mila euro) sono a carico del Comune, mentre l’intero allestimento è reso possibile dal contributo (500mila euro) di Fondazione Cariplo.

 

Ada Masoero, 02 settembre 2016 | © Riproduzione riservata

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