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Dettaglio di «Studio di Amorino alato (Antéros) con ramo d’ulivo» di del Annibale Carracci, 1600 circa,

Courtesy of Christie’s

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Dettaglio di «Studio di Amorino alato (Antéros) con ramo d’ulivo» di del Annibale Carracci, 1600 circa,

Courtesy of Christie’s

Un Carracci dal Louvre all’asta: l’«Antéros» vola da Christie’s

Il 25 marzo a Parigi il raro «Studio di Amorino alato» di Annibale Carracci, esposto al Louvre, sarà battuto dalla maison, con stima 30–50mila euro, dopo una storia collezionistica di quattro secoli

Giovanni Pellinghelli del Monticello

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Fino al 2 febbraio il Louvre presenta al Mezzanine Napoléon (curata da Victor Hundsbuckler, conservateur au Département des Arts Graphiques) la mostra «Dessins des Carrache. La fabrique de la Galerie Farnèse» che offre l’inedita ricostruzione della completa Galleria affrescata con le storie degli Amori degli Dèi (dalle «Metamorfosi» di Ovidio ) da Annibale Carracci (1560-1609), suo fratello Agostino (1557-1602) e i loro allievi a Palazzo Farnese a Roma (oggi sede dell’Ambasciata di Francia in Italia) tramite la più corposa raccolta di disegni preparatori riunita fino ad oggi perlopiù dal Louvre e dalla Royal Collection di Windsor. Identificabile come atto di nascita dell’Arte Barocca, la Galleria Farnese (con il Camerino realizzata fra 1597 e 1606 e considerata il capolavoro di Annibale) è infatti celeberrima anche per la cospicua sopravvivenza e qualità dei disegni preparatori.

Uno di quei disegni in mostra, lasciata la parete del Louvre il 2 febbraio prossimo, salirà il 25 marzo sul rostro di Christie’s Paris per la vendita Dessins Anciens et du XIXème Siècle: è di  Annibale Carracci, «Studio di Amorino alato (Antéros) con ramo d’ulivo»,1600 circa, lo schizzo preparatorio per i pennacchi triangolari d’angolo della Galleria di Palazzo Farnese in Roma, pierre noire lumeggiata a gesso bianco su carta beige, 32 x 19 cm (stima: 30-50mila euro).

Il disegno presenta Antéros (fratello assai meno noto e popolare di Eros e deificazione dell’Amore Corrisposto) che tiene nella mano sinistra un ramo d’ulivo, il che lo indica chiaramente preparatorio, in particolare, del pennacchio recante la Riconciliazione fra Eros ed Antéros (a sinistra dell’affresco con L’Amore di Polifemo e Aci) nonostante la versione affrescata sostituisca il ramo d’ulivo con un gesto d’abbraccio. La figurina è ripresa anche altrove nella decorazione, a partire dal pennacchio opposto e reciproco (sulla destra di Polifemo e Aci), Il Combattimento fra Eros e Antéros.

La posizione di corpo e viso rivela uno studio per un soffitto e quindi con visuale da sotto in su. Due disegni del Louvre (pierre noire lumeggiata a gesso bianco su carta azzurra) riprendono la coppia di amorini: l’uno è versione altrettanto intermedia dell’affresco proprio come il disegno in asta, mentre l’altro mostra i putti nella loro posizione finale, esattamente come nell'affresco.  

Oltre alla stretta cuginanza coi disegni del Louvre, questo disegno di Eros e Antéros (classificato di interesse nazionale nel 2012, quando fu confermata la mano carraccesca) vanta un provenienza più che illustre fin dalle origini: Pierre Rosemberg (P. Rosenberg, Les dessins de la Collection Mariette, Écoles italienne et espagnole, Paris, Somogy, 2019, p. 311, ill.n.1434) lo indica dagli anni 1642-1644 nella ricca collezione di Francesco Angeloni (1559-1652), «antiquario» (studioso di antichità) ed erudito, amico di Annibale e possessore del maggior numero di fogli preparatori per la Galleria Farnese; poi dal 1644 nella collezione del pittore Pierre Mignard (1612-1695), Premier Peintre du Roi (e nobilitato) dal 1690 ma residente a Roma dal 1635 al 1657 e perciò detto «Le Romain»; a seguire nelle mani di due dei più grandi collezionisti di disegni del Secolo dei Lumi: prima Pierre Crozat (1665-1740), Trésorier de France e ricchississimo mecenate (detto «Le Pauvre» per distinguerlo dal fratello Antoine, 1655-1738, ancor più ricco, magnate della tratta degli schiavi, finanziere e proprietario della Louisiana francese) e poi l’antesignano storico dell’arte e mercante-collezionista Pierre-Jean Mariette (1694-1774). Infine, nel XIX secolo, il disegno fu di Benjamin Fillon (1819-1881), politico antinapoleonico, archeologo, magistrato e dal 1870 al 1881 collaboratore della Société de l’Histoire de l’Art Français.

Giovanni Pellinghelli del Monticello, 10 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

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