Arte tessile alle Stelline

«Essere è tessere» diceva Maria Lai, la decana delle artiste tessili italiane, scomparsa nel 2013 a 94 anni, che aveva voluto intitolare così un suo progetto ambientale per il paese di Aggius, nella sua Sardegna. Quell’asserzione dal suono arcaico è stata ora presa a prestito dalla mostra che alla Fondazione Stelline presenta, fino al 14 febbraio, un centinaio di opere di arte tessile antica e contemporanea della collezione della Canclini Tessile spa, storica azienda familiare che con questa mostra festeggia i 90 anni di attività.

Curata da Chiara Gatti, la rassegna «Essere è tessere. 100 fili d’artista dalla collezione Canclini» è composta da 30 tessuti antichi provenienti dai luoghi più disparati del mondo (dalle culture precolombiana, mediorientale, asiatica o africana), accostati a 60 opere di artisti di primo piano della contemporaneità come Alighiero Boetti, César, Christo, Christian Boltanski, Jannis Kounellis, Jorge Eielson, Hermann Nitsch, Lucy+Jorge Orta, Yayoi Kusama e altri, oltre naturalmente a Maria Lai.

Sorprendenti i punti di contatto fra epoche e aree geografiche e culturali tanto diverse, che si palesano nei reticoli delle opere più felici di Dorazio come nei «molas», i quadri di tessuto delle indios Kuna di Panama; o l’affinità dei fagotti (i «bottari») della coreana Kimsooja, che da sempre riflette sul tema del viaggio e della migrazione, con i bauli di lana e cotone usati in passato dai pastori nomadi dell’Azerbaigian.

Ma non meno affini sono i segni ritmati di colore che Giorgio Griffa depone sulla tela di juta e i tessuti ricamati di certi abiti africani cerimoniali, o i meravigliosi tessuti Ikat dell’Uzbekistan. Nata con l’attività di famiglia, la collezione Canclini è ricca di pezzi rari ed è qui completata da documenti d’archivio, campionari d’epoca, strumenti di lavoro utilizzati nella filatura dai tempi più antichi a oggi.