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Maurizio Cattelan, «Seasons», 2025 (particolare)

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Maurizio Cattelan, «Seasons», 2025 (particolare)

A Bergamo inaugura la stagione dell’aquila

Il quarto ciclo di eventi del Biennale delle Orobie della GAMeC punta su Maurizio Cattelan con una mostra in quattro sedi che prevede anche una grande opera pubblica all’aperto  

Il quarto ciclo di eventi di «Pensare come una montagna. Il Biennale delle Orobie», il progetto di GAMeC-Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo ideato dal direttore Lorenzo Giusti, prende il via il 7 giugno con «Seasons» (fino al 26 ottobre), personale di Maurizio Cattelan, frutto di numerosi soggiorni dell’artista a Bergamo. Diffusa in quattro sedi ma formata da lavori che vivono in reciproca connessione, la mostra è il cuore di un progetto che di qui si irradia nel territorio circostante con altre mostre, performance e progetti speciali di cui sono protagonisti le comunità e il pensiero della montagna in tutte le loro declinazioni.  

Come suggerisce il titolo, «Seasons», il lavoro concepito da Cattelan (Padova, 1960) attiene allo scorrere del tempo e al tema del passaggio, del cambiamento: «Ai cicli naturali e ai cicli della storia, spiega Lorenzo Giusti. Due nuovi lavori sono stati realizzati per gli spazi storici della GAMeC (una stanza è dedicata a un piccola, preziosa opera in vetro) e per il vicino Oratorio di San Lupo, dove s’incontra la scultura in marmo di un’aquila reale, animale simbolo dell’alta montagna e della natura selvaggia, ma che al tempo stesso ci parla di imperi, conquiste e brama di potere, per il modo in cui è stata utilizzata la sua immagine nei secoli. Questa è però un’aquila ferita, rovinata a terra, come se dalle montagne, il suo spazio naturale, si fosse abbattuta in un contesto urbano, ostile».

Nella Sala delle Capriate di Palazzo della Ragione, sede estiva della GAMeC, si trova invece una scultura in marmo di recente produzione con cui l’artista suggerisce una riflessione critica sulla marginalità e la decadenza, ma anche sul senso di libertà che talora i più vulnerabili riescono paradossalmente a incarnare. Infine (ma, quando parliamo, Giusti non intende ancora scoprire tutte le carte) ci sarà un’installazione all’aperto in un luogo iconico della città: «È la prima opera pubblica di Maurizio Cattelan dopo “L.O.V.E.”, la scultura di piazza Affari a Milano, che è del 2010, nota Giusti. Si tratta di un lavoro potente e controverso che riverbera con la storia della città, del Paese, del mondo». Ad annunciare la mostra è un’affissione con l’aquila caduta declinata in un progetto site specific, collocata al Kilometro Rosso (di Jean Nouvel), il distretto dell’innovazione fuori Bergamo. 

La costellazione degli eventi che compongono questo ciclo si apre il 7 giugno con la performance «Spin and Break Free» tenuta dall’artista argentina Cecilia Bengolea nello storico (e tuttora attivo) Linificio e Canapificio Nazionale di Villa d’Almè: ispirata alla «Free Dance» degli anni Trenta, vede dei ballerini della scuola Danzarea di Mozzo (Bergamo) muoversi con un moto rotatorio che se da un lato evoca il movimento delle antiche macchine per la filatura, dall’altro induce in chi lo pratica uno stato mentale meditativo ed estatico. La miniera dismessa di Dossena è invece il «teatro» del lavoro dell’artista tedesco Julius von Bismarck (1983), che ha tracciato sulle sue pareti «Landscape Painting (Mine)», uno dei suoi grandiosi dipinti «del e nel paesaggio»: un lavoro ambientale di 300 metri quadrati che, commenta Giusti, «abita la montagna, stando nel cuore stesso del suo “corpo pensante”». A Francesco Pedrini (Bergamo, 1973) si deve «Magnitudo», opera realizzata a Roncobello in una radura (che si rigenererà) prodotta dall’abbattimento di pini attaccati dal bostrico: «Un osservatorio poetico del cielo», come lo definisce l’artista, da cui osservare la Stella Polare e ascoltare il cosmo. Ma a Roncobello sono anche presentati i lavori di Francesco Ferrero, Giammarco Cugusi e Roberto Picchi, vincitori dell’edizione 2024 di Sentieri Creativi. 

«Sempre a giugno, continua Giusti, viene presentato il piano di lavoro del “Nuovo Bivacco Aldo Frattini” progettato da EX., che immaginiamo come una sede in alta quota della GAMeC: non certo per organizzarci mostre, ma per ricevere in museo, e rielaborare in forma visiva, le informazioni raccolte nel bivacco, che sarà anche un osservatorio sulla fauna. Realizzato con il Cai di Bergamo, grazie al supporto dei molti nostri sostenitori, questo sarà un progetto rappresentativo di tutta la nostra programmazione che, partendo dalle comunità, intende ripensare il format Biennale comunemente inteso in una forma più sostenibile: a lungo termine e “in scala”». E qui sarà anche l’installazione «Thermocene», una sinfonia visiva e sonora di Giorgio Ferrero e Rodolfo Mongitore (Mybosswas) creata a partire da rumori e onde radio.

Un render del progetto di ricostruzione del nuovo Bivacco Aldo Frattini, 2025

Ada Masoero, 03 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

A Bergamo inaugura la stagione dell’aquila | Ada Masoero

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