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Arianna Antoniutti
Leggi i suoi articoliUn’elegante danza attorno a un flautista e una rarissima scena di officina caratterizzano la tomba etrusca scoperta a Tarquinia, nella necropoli dei Monterozzi: si tratta di uno straordinario rinvenimento, sia perché giunge dopo decenni dall’ultima scoperta di una tomba dipinta a camera, sia per la qualità delle pitture in esse conservate. Ritrovata nel 2022, la scoperta è stata ora annunciata dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale, che nel frattempo, grazie a un finanziamento straordinario del Ministero della Cultura, ha lavorato allo scavo e alla messa in sicurezza del sito, mantenendo il massimo riserbo per non mettere a repentaglio l’equilibrio degli ambienti da recuperare. È stato il personale della Soprintendenza a rinvenire la tomba in un terreno agricolo. Con l’aiuto di archeospeleologi è stato possibile identificare alcune tombe a camera già visitate da scavatori clandestini. Ma una tomba più profonda, parzialmente piena di terra e detriti, ricavata in profondità nel sottosuolo della necropoli al di sotto di un sepolcro già esistente, si è rivelata essere particolarmente preziosa per le sue pitture murali. Sulla parete sinistra, figure maschili e femminili danzano intorno a un flautista dall’elegante veste bordata di rosso; sulla parete destra, una scena ancora coperta da incrostazioni terrose e calcaree è ambientata in un’officina metallurgica. Gli archeologi ipotizzano possa essere il laboratorio del dio Sethlans (l’Efesto degli Etruschi) o forse una vera officina appartenente alla famiglia titolare del sepolcro, che è stato dedicato alla memoria di Franco Adamo (1955-2022), grande restauratore delle tombe dipinte tarquiniesi.
Archeologi al lavoro nella tomba rinvenuta a Tarquinia nel 2022
Un tassello restaurato della parete sinistra
L’archeologo Daniele Maras all’interno della tomba
La soprintendente Margherita Eichberg
«Il livello straordinario delle pitture, ha dichiarato la soprintendente Margherita Eichberg, è evidente già nel primo tassello di restauro, operato da Adele Cecchini e Mariangela Santella, che mette in luce la raffinatezza dei dettagli delle figure del flautista e di uno dei danzatori». «Da decenni, ha commentato Daniele Maras, funzionario archeologo responsabile della scoperta, oggi direttore del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, questa è la prima nuova tomba dipinta con fregio figurato che viene scoperta a Tarquinia e si preannuncia molto intrigante per la sua storia, per il livello artistico e per alcune delle scene rappresentate, uniche nel loro genere».
Proseguono ora le operazioni di restauro, sia sulle scene dipinte sia sulle pareti. La costruzione di una «casetta» di protezione dell’accesso al sepolcro, inoltre, dotata di una porta a taglio termico, consentirà ottimali condizioni di atmosfera e temperatura, consentendo in futuro l’accesso al pubblico.
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