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Denis Ton
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Un controverso pamphlet intitolato L’ideologia vendicativa. Un appassionato, sferzante e severo j’accuse contro il «wokismo», scritto da Nathalie Heinich. Benvenuti a «Wokeland», la «terra dell’obbedienza alle mode intellettuali». È un Paese in cui gli abitanti sembrano avere nobili propositi: utilizzare un linguaggio più inclusivo, tutelare le minoranze, decolonizzare il passato e il sapere. E, tuttavia, dietro queste buone intenzioni, si nasconde un insostenibile dogmatismo: lottare contro tutte le forme di discriminazione delle minoranze etniche, religiose, sessuali e culturali, a lungo oppresse, riconducendo però l’interpretazione della nostra modernità declinante dentro griglie di lettura esclusive. Non priva di assonanze con le logiche sottese al nazismo, al fascismo, allo stalinismo e al maoismo, nascosta dietro la maschera del progressismo, questa filosofia si fonda su alcuni aspetti distintivi: imporre temi obbligatori e divieti terminologici; vittimizzare gli esclusi; intrattenere con il mondo un rapporto chiuso, che non lasci spazio a nessuna altra ermeneutica; confondere il registro descrittivo con il registro normativo, sottomettendo «ciò che è» a «ciò che deve essere», non senza interessi di tipo commerciale; ricorrere a una «particolare forma di stupidità», che pretende di «proteggere i più deboli dalla rappresentazione di una realtà inquietante, come se li stessimo proteggendo da quella stessa realtà»; ignorare i contesti; non assegnare alcun rilievo alla cultura storica; applicare a produzioni del passato categorie del presente; disprezzare finanche i diritti morali dei classici; abbandonarsi a un fanatismo basato sulla certezza di detenere il Verbo. La meta ultima: «non l’eradicazione rivendicata del dominio, ma piuttosto, ahimè, il suo rovesciamento vendicativo», scrive Heinich, il cui tono indignato è quello, per dirla con Kundera, di una «modernista antimoderna». Radicata nella contemporaneità, ma inquieta, critica, divisa, lacerata, dubbiosa, pronta a resistere alle mode, animata da un pessimismo attivo o da un ottimismo privo di ogni progressismo. Una lezione anche per chi, nel sistema dell’arte, è affetto dal virus del politicamente corretto.
L'ideologia vendicativa. Woke, cancel culture e politiche identitarie
di Nathalie Heinich, 150 pp., Gog, Roma 2024, € 16
La copertina del volume
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Il volume rinnova quella lezione riconoscendo la realtà artistica policentrica del Paese, dai contesti maggiori alle aree periferiche