Dopo le notizie sulla competizione tra Sotheby’s e Christie’s per aggiudicarsi la collezione d’arte della defunta Emily Fisher Landau, collezionista  e trustee del Whitney Museum of American Art, Sotheby’s ha annunciato l’asta in cui in due tornate, l’8 e 9 novembre, disperderà circa 120 opere dal valore stimato in oltre 400 milioni di dollari.

Mercoledì Sotheby’s ha dato l’annuncio della vendita nel Breuer Building di Manhattan, dallo scorso giugno nuova sede della casa d’aste (che avrebbe pagato 100 milioni per la transazione).  In precedenza l’edificio ospitava il Whitney, che nel 1994 ha intitolato il quarto piano a Emily Fisher Landau, in segno di riconoscenza per il fondo istituito dalla collezionista per finanziare le mostre del museo. Nel 2010 Landau aveva donato al museo newyorkese quasi 400 pezzi per un valore di quasi 75 milioni di dollari. 

Landau, scomparsa lo scorso marzo, aveva iniziato a collezionare opere d’arte solo dal 1969,  con i soldi ottenuti da un’assicurazione dopo che i ladri entrati nella sua casa nell’Upper East Side si erano impadroniti della sua collezione di gioielli, composta da pezzi regalateli nel corso degli anni dal marito, l'immobiliarista Martin Fisher. Abbandonati quindi i gioielli, Emily Landau aveva deciso di puntare sull’arte. Grazie ai suoi legami con addetti ai lavori come il fondatore della Pace Gallery Arne Glimcher e il designer d’interni Bill Katz, aveva messo insieme una collezione di livello mondiale e stretto rapporti con artisti contemporanei. 

La star dell’asta sarà «Femme à la montre» (1932), un ritratto di Pablo Picasso della sua musa Marie-Thérèse Walter, realizzato subito dopo che la relazione tra i due divenne pubblica. Secondo gli specialisti di Sotheby’s, Landau acquistò il dipinto nel 1968 e per anni rimase appeso sopra il caminetto della sua casa newyorkese. L’opera è stimata a partire da 120 milioni di dollari. La vendita comprenderà anche «Securing the Last Letter (Boss)» (1964), di Ed Ruscha: Landau visitò più volte il suo studio di Los Angeles. Ispirata a un’opera degli esordi ora esposta a The Broad di Los Angeles, «Securing the Last Letter (Boss)» ha fatto parte di importanti mostre di Ruscha sia al Whitney sia alla Hayward Gallery di Londra.

Ruscha ha detto di Landau: «Al massimo grado, lei è la classica “amica dell’artista”». «Alcuni collezionisti preferirebbero non incontrare gli artisti, e posso capire che non vogliano “rompere l’incantesimo” su qualcuno di cui stanno collezionando le opere... Lei è diversa. Non ha paura di conoscere personalmente l'artista».

La vendita segnerà anche il debutto sul mercato delle aste di un’opera senza titolo di Mark Rothko del 1968 legata alla serie dei Seagram Murals, tra le sue più famose. Secondo gli specialisti di Sotheby's, il dipinto in vendita è stilisticamente simile ai Seagram Murals e fu completato nello stesso anno. I dipinti scuri dei Seagram Murals erano stati originariamente commissionati per il ristorante all’interno del Four Seasons nel Seagram Building di New York, ma Rothko si tirò indietro prima di dichiarare a un giornalista di aver accettato il lavoro con «intento malizioso» e che alla fine aveva sperato di disgustare gli avventori del ristorante di lusso. La maggior parte delle opere della serie fanno parte di collezioni museali come quelle del Kawamura Memorial Dic Museum of Art in Giappone, della Tate Modern di Londra e della National Gallery of Art di Washington.

Una versione del 1986 dei dipinti «Flags» di Jasper Johns è valutata a una cifra compresa tra 35 e 45 milioni di dollari, mentre un autoritratto di Andy Warhol del 1986 parte da 15-20 milioni. «Untitled XV» (1983) di Willem de Kooning è stimato tra 6 e 8 milioni, mentre «Pink Tulip» (1925) di Georgia O’Keeffe parte da 3-5. «Triumph Over Mastery II» (1987), di Mark Tansey, ha una stima di 8-12 milioni.

Landau fondò il Fisher Landau Center for Art a Long Island City, nel Queens, e alla fine degli anni Ottanta acquistò un’ex fabbrica di imbracature da paracadute per esporre la collezione al pubblico. Ha chiuso nel 2017.

Una vendita a nove cifre aiuterebbe Sotheby’s a compensare una prima metà dell’anno difficile per le case d’asta (Sotheby’s ha rifiutato di comunicare le proprie cifre semestrali a luglio).