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Pietro Fabris, (attivo a Napoli dal 1756 al 1779) «Napoli, veduta di Mergellina e del Palazzo Donn’Anna sullo sfondo, con pescatori che tirano a riva il pescato, contadini che arrostiscono il pesce e altre figure intente a conversare». Courtesy Sotheby’s

Courtesy Sotheby’s

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Pietro Fabris, (attivo a Napoli dal 1756 al 1779) «Napoli, veduta di Mergellina e del Palazzo Donn’Anna sullo sfondo, con pescatori che tirano a riva il pescato, contadini che arrostiscono il pesce e altre figure intente a conversare». Courtesy Sotheby’s

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Sotheby’s Milano: una mostra-asta celebra il Genio dell’arte italiana attraverso quattro secoli

A fine settembre, una collezione privata con lotti di pregio, dal Cinquecento al Novecento, verrà messa in vendita a Milano

Lavinia Trivulzio

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Sotheby’s Milano inaugura l'ultima parte della stagione con un appuntamento di rilevanza storico artistica: An Italian Collecting Journey: 16th–20th Century Paintings and Decorative Arts, un'asta preziosa che si terrà in una unica, doppia, tornata il 25 e 26 settembre. L'esposizione dell'incanto, che apre al pubblico il 17 settembre, presenta una collezione privata di estremo valore che celebra l’eccellenza dell’arte italiana dal Cinquecento al Novecento e che si configura come un autentico viaggio nel tempo raccontando la storia visiva dell’Italia attraverso quattro secoli di arte, dal Rinascimento fino al XX secolo. È una sorta di «ritratto della penisola», «in tutta la sua ricchezza e diversità, un’esplorazione dell’identità attraverso l’arte, dove la virtuosità incontra l’immaginazione. Rivela come, nei secoli, la creatività italiana non abbia mai smesso di ispirare innovazione, meraviglia e ammirazione», come ci racconta Mario Tavella, Chairman Europe e Presidente di Sotheby’s Francia.

Ogni lavoro selezionato infatti è stato scelto per la sua rarità e qualità quanto per il suo significato all’interno di un contesto più ampio che esplora l’evoluzione dell’arte, della cultura e della società italiana. La collezione è suddivisa in sotto-collezioni tematiche che coprono una vasta gamma di periodi e stili, inclusi ritratti nobiliari, vedute monumentali, nature morte e numerosi esempi di arti decorative di provenienza aristocratica.

Tra i pezzi più significativi, alcune opere provenienti da Napoli, crocevia di culture e simbolo di una città dove commercio e tradizione artistica si incontrano. Pietro Fabris, con la sua veduta «Naples, a View of Mergellina and the Palazzo Donn’Anna beyond» (stima: tra 100mila e le 150mila euro), cattura la vivacità della vita partenopea del Settecento, dove scene di genere e convivialità si intrecciano con la bellezza del paesaggio. La collezione napoletana include anche il tavolo in scagliola napoletana, datato fine XVIII secolo (stima: tra 8mila e le 12mila euro), con un cartiglio centrale raffigurante il Vesuvio, attribuito a Cali. La presenza di capolavori in corallo e porcellane esemplifica l’abilità artigianale locale, che divenne un simbolo di raffinatezza apprezzato in tutta Europa.

 

 

Giovanni Volpato (1735-1803), figura de biscuit del Fauno Barberini, italiana, circa 1786-1800. Courtesy Sotheby’s

L’itinerario si sposta poi a Venezia, dove la fusione tra commercio e cultura ha prodotto una straordinaria tradizione artistica. Tra le opere in mostra, una veduta dei canali veneziani esprime la serenità luminosa della città (stima: tra 30mila e 50mila euro), mentre un esemplare di maiolica rinascimentale del Maestro Domenego, datato tra il XV e il XVI secolo (stima: tra 20mila e 30mila euro), testimonia la maestria della ceramica veneta. La selezione include anche raffinati vasi e oggetti in vetro muranese, simbolo della virtuosità tecnica che ha reso Venezia un punto di riferimento di eleganza e raffinatezza in Europa.

Nessun itinerario nell’arte italiana può prescindere da Roma, città eterna e culla dell’antichità. Nella capitale la riscoperta delle vestigia classiche alimentò costantemente una riflessione sui canoni della bellezza, ispirando artisti, artigiani e collezionisti. Ne sono esempio emblematico i bronzi ispirati ai modelli di Canova, le raffinate sculture in biscuit realizzate da Giovanni Volpato e le eleganti argenterie tratte dai disegni di Giuseppe Valadier, opere che non si limitarono a evocare il mondo antico ma ne reinterpretarono i valori, contribuendo a definire l’estetica moderna e confermarono il ruolo di Roma quale centro creativo e simbolico dell’ideale classico tra XVIII e XIX secolo.

Infine, il Novecento, dove il dialogo tra il passato e il presente si fa più evidente. Il bronzo «Il vasaio» (1927) di Vincenzo Gemito, intriso di suggestioni antiche, offre uno spunto di riflessione sul continuo legame tra l’arte classica e la modernità. In questa sezione, spicca anche «La Venatoria – Trasporto del Daino» (dopo il 1928) di Gio Ponti, un vaso della manifattura Richard Ginori che segna l’incontro tra il design moderno e l’iconografia storica.

Questa raccolta è sicuramente il risultato di un collezionismo di grande qualità e sensibilità, come sottolineato da Francesco Morroni, Senior Director Works of Art di Sotheby’s Italia: «È davvero raro imbattersi in collezioni private che sappiano coniugare, con tanta armonia, varietà e coerenza».

Gio Ponti (1891-1979), «La Venatoria, Trasporto del Daino», Richard Ginori, post 1928. Courtesy Sotheby’s

Lavinia Trivulzio, 01 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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