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Le tombe dei leoni a Dadan

Foto © Florent Egal / Saudi Arabia Tourism Guide

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Le tombe dei leoni a Dadan

Foto © Florent Egal / Saudi Arabia Tourism Guide

Smithsonian e Arabia Saudita, un accordo sulla Via dell’Incenso

Il National Museum of Asian Art statunitense collaborerà per mostre, conservazione e altri progetti per l’antico centro di Dadan, nel nord-ovest del Paese mediorientale

Il National Museum of Asian Art della Smithsonian (Nmaa) di Washington ha unito le forze con la Royal Commission for AlUla (Rcu) per creare una nuova collaborazione volta a incentivare lo scambio culturale tra gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita. L’accordo tra le due organizzazioni è stato firmato il 14 maggio da Chase Robinson, direttore del Nmaa, e Abeer AlAkel, amministratrice delegata della Rcu.

L’accordo fa seguito alla visita del presidente degli Stati Uniti Donald Trump a Riad, durante la quale la Casa Bianca ha rilasciato una dichiarazione in cui elogiava «l’impegno dell’Arabia Saudita a investire 600 miliardi di dollari negli Stati Uniti», compreso un contratto per la vendita di armi del valore di 142 miliardi di dollari.

L’annuncio della Smithsonian specifica che la partnership con AlUla si concentrerà su Dadan, l’antica capitale delle civiltà lihyanita e dadanita. Snodo strategico lungo varie antiche rotte commerciali, la città è diventata sinonimo della Via dell’Incenso, una rete che si estendeva dal Mediterraneo all’India. Il popolo dadanita aveva un proprio sistema di scrittura, divinità e pratiche di culto, tra cui tombe in arenaria protette da rilievi scultorei di leoni. Il Governo saudita ha fatto della conservazione e della valorizzazione di Dadan una priorità per promuovere l’identità nazionale e il turismo internazionale.

«Negli ultimi due anni i nostri team di curatori e conservatori hanno collaborato con i loro omologhi di AlUla a un piano di ricerca e studio delle statue recentemente scoperte nel sito di Dadan ad AlUla, ha dichiarato Robinson in un comunicato. Siamo ansiosi di passare alla fase successiva della nostra partnership con la Rcu, che nei prossimi quattro anni ci consentirà di contribuire alla ricerca in corso nella regione, costruire reti professionali e creare opportunità di impegno culturale».

L'accordo tra la Rcu e il gruppo museale nazionale statunitense di fatto copre tre categorie di attività: progetti congiunti di conservazione e ricerca che abbracciano l’archeologia, l’arte, la storia e la scienza; collaborazioni per mostre e prestiti di manufatti; scambi di personale e sviluppo di competenze in settori quali la gestione museale, la ricerca curatoriale, l’allestimento di mostre e altro ancora, al fine di «migliorare le competenze professionali».

«AlUla è sede di oltre 200mila anni di storia umana, ha dichiarato AlAkel in un comunicato, aggiungendo che la partnership migliorerà la conservazione del patrimonio di AlUla e ne condividerà l’importanza con il mondo».

Nel tentativo di affermare la regione di AlUla come importante attrazione culturale e destinazione turistica il Governo saudita ha stretto partnership con numerose organizzazioni culturali internazionali, tra cui l’Unesco, l’Andy Warhol Museum di Pittsburgh, il Centre Pompidou di Parigi e la Desert X biennial in California, oltre che con il Governo francese (e con il Governo italiano: è dello scorso gennaio la firma dell'accordo con la Direzione generale Musei e il Parco Archeologico di Pompei, che fa seguito al gemellaggio tra AlUla e Matera e alla partnership con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, sfociato in una mostra, Ndr).  Impegni che fanno tutti parte del piano del Governo denominato Vision 2030, volto a diversificare l’economia saudita dalla dipendenza dai combustibili fossili. Tuttavia, hanno anche dato adito ad accuse di art washing, ovvero che il regno stia utilizzando la cultura per ripulire la propria reputazione in materia di violazioni dei diritti umani, come l’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi a Istanbul nel 2018.

Torey Akers, 16 maggio 2025 | © Riproduzione riservata

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