Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Torey Akers
Leggi i suoi articoliLo scorso 28 aprile il Museum of Fine Arts (MFA) di Boston ha chiuso la Benin Kingdom Gallery, la galleria dedicata al Regno del Benin, ma la maggior parte delle opere, per esporre le quali la galleria era stata creata, non saranno restituite al loro luogo di origine. Tutti i manufatti, tranne cinque, saranno invece restituiti al loro donatore, Robert Owen Lehman, regista ed erede di una famiglia di banchieri. Gli oggetti in questione, noti come Bronzi del Benin, sono al centro di un più ampio dibattito sull’etica del collezionismo e dell'esposizione di beni sottratti nel periodo coloniale. Alcuni dei manufatti della collezione Lehman furono rubati durante un raid particolarmente violento nel 1897 a Benin City, nell'odierna Nigeria, durante il quale le truppe britanniche saccheggiarono il complesso reale dell’impero africano e sottrassero migliaia di oggetti.
Negli ultimi anni il Governo nigeriano ha chiesto alle istituzioni straniere di restituire i Bronzi del Benin, ma non essendo il MFA di Boston proprietario dei pezzi, non ha potuto farlo unilateralmente. Secondo quanto riportato dal «Boston Globe», le trattative tra il MFA e Lehman erano giunte a un punto morto e, mentre il museo cercava di convincere Lehman a trasferire la proprietà degli oggetti in cambio di un prestito a lungo termine, il donatore ha invece chiesto la restituzione dei manufatti. «Non riteniamo affatto appropriato inserirli nella collezione, ha dichiarato al “Globe” Victoria Reed, curatrice senior per la provenienza del museo bostoniano. Ma questo significa che non ne siamo proprietari e quindi non abbiamo alcun controllo su di essi».
Il direttore e amministratore delegato del MFA, Matthew Teitelbaum, parla di «accordo reciproco»: Lehman ha revocato la donazione. «Stavamo cercando di arrivare a un punto in cui il tribunale potesse assumerne la proprietà e noi potessimo garantirne l’esposizione, ha dichiarato Teitelbaum al “Globe”. Stavamo facendo dei progressi, ma senza alcuna certezza sul risultato». In un’intervista al «New York Times» ha aggiunto: «Questo non è il risultato che volevamo».
Lehman aveva donato il gruppo di 34 pezzi nel 2008 in un accordo mediato dall'allora direttore del MFA Malcolm Rogers. La donazione era strutturata secondo un calendario scaglionato, in modo che i singoli bronzi entrassero nella collezione del museo nel corso del tempo. Teitelbaum ha dichiarato che il museo ha «sospeso» la donazione Lehmann nel 2021. Ad oggi, il MFA detiene i diritti su cinque degli oggetti della donazione Lehman, che rimarranno nella collezione del museo.
A febbraio, l’attuale oba (sovrano) del Benin, Ewuare II, che ha espresso apertamente le sue rivendicazioni sui bronzi, ha dato il suo benestare alla Commissione nazionale nigeriana per i musei e i monumenti affinché gestisse le operazioni di rimpatrio per suo conto. Prima che Lehman revocasse la donazione dei bronzi, il MFA era stato in contatto con la corte reale, ma il Governo nigeriano non aveva presentato una nuova richiesta di restituzione.
A giugno il museo di Boston esporrà i cinque bronzi del Benin rimasti, acquisiti dalla collezione Lehman, nella sua Galleria d’Arte Africana.
Altri articoli dell'autore
In una lettera pubblicata del direttore l’istituzione della Bay Area ha annunciato una nuova tornata di tagli a sorpresa: dopo il Covid-19 pesano il calo di visitatori e di sostegno pubblico
Il murale con il palloncino rosso incerottato a forma di cuore dello street artist brtannico realizzato in un magazzino di Brooklyn nel 2013 è ora in mostra a New York prima dell’incanto a sostegno dell’American Heart Association
L’azione legale di Geffen arriva due mesi dopo che l’investitore nel settore delle criptovalute e acquirente dell’opera «Comedian» di Cattelan, ha intentato una causa rivendicando la proprietà della scultura Le Nez di Giacometti da 78 milioni di dollari
Un ordine esecutivo di Trump volto a reprimere gli atti di vandalismo nella capitale federale ha aumentato la pressione sulle proteste per il clima. Nel 2023 due membri del gruppo ambientalista Declare Emergency avevano preso di mira la teca a protezione dell’opera dello scultore francese nella National Gallery of Art