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La Great Hall della National Portrait Gallery di Washington, D.C.

Foto Frank Schulenburg via Wikimedia Commons

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La Great Hall della National Portrait Gallery di Washington, D.C.

Foto Frank Schulenburg via Wikimedia Commons

Si dimette la direttrice della National Portrait Gallery di Washington minacciata da Trump

Kim Sajet era finita nel mirino del presidente americano per aver sostenuto programmi di diversità, equità e inclusione, ritenuti inappropriati per la sua posizione

Benjamin Sutton

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Dopo 12 anni di servizio Kim Sajet, direttrice della National Portrait Gallery (Npg) di Washington, DC, ha annunciato le sue dimissioni. La decisione, comunicata venerdì 13 giugno, arriva due settimane dopo la dichiarazione choc del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che in un post sui social media aveva scritto di voler licenziare Sajet in quanto «persona altamente di parte» e «forte sostenitrice dei programmi [di diversità, equità e inclusione], il che è del tutto inappropriato per la sua posizione». La Npg, come ha sottolineato la Smithsonian Institution in un comunicato, fa capo al complesso museale e di ricerca di Washington (composto da 17 musei e gallerie), e non al Governo federale, pertanto il presidente non ha l’autorità di licenziarne i dipendenti. 

«È stato un onore dirigere la National Portrait Gallery della Smithsonian, ha scritto Kim Sajet in una dichiarazione inviata venerdì mattina al personale e condivisa con “The Art Newspaper”. Non è stata una decisione facile, ma credo che sia quella giusta. Fin dall’inizio il mio principio guida è stato quello di mettere il museo al primo posto. Oggi credo che farmi da parte sia il modo migliore per servire l’istituzione che mi sta così profondamente a cuore. Il ruolo di direttore di un museo non è mai stato quello di un singolo individuo, ma una missione condivisa, guidata dalla passione, dalla creatività e dalla dedizione di un team straordinario».

 

Kim Sajet. Foto Wendy Concannon

Musei e patrimonio culturale

Nello stesso messaggio inviato a tutto il personale, il segretario della Smithsonian, Lonnie G. Bunch, ha elogiato Sajet per aver «reinventato e ridefinito l’impatto e la narrazione della ritrattistica. La sua decisione di mettere il museo al primo posto, ha aggiunto, è da applaudire e apprezzare. So che non è stata una decisione facile. Ha anteposto le esigenze dell'istituzione alle sue e per questo le siamo grati». 

A ricoprire il ruolo di direttore ad interim dell’Npg dopo Sajet è il sottosegretario della Smithsonian per i musei e la cultura, Kevin Gover

Le dimissioni di Sajet mettono fine a una tensione con l’amministrazione Trump, che ha cercato di riformare le istituzioni culturali di Washington, DC, e di porre fine a qualsiasi programma Dei (Diversità, equità e inclusione) nelle organizzazioni che ricevono significativi finanziamenti federali: nell’anno fiscale 2024 la Smithsonian ha ottenuto circa 1,09 miliardi di dollari in stanziamenti governativi. A seguito di un ordine esecutivo firmato da Trump il primo giorno del suo secondo mandato, sia la Smithsonian sia la National Gallery of Art hanno annullato le loro iniziative sulla diversità. In un ordine esecutivo della fine di marzo il presidente ha anche preso di mira specificamente la Smithsonian: nel testo Trump ordinava ai musei dell’Istituzione di rimuovere «l’ideologia divisiva e incentrata sulla razza» e minacciava di negare i finanziamenti a qualsiasi mostra o opera che «degradasse i valori americani condivisi». 

Per quanto riguarda, in particolare, il lavoro di Sajet, il post originale di Trump sui social media non forniva dettagli, ma quando la direttrice ha continuato a presentarsi al lavoro la Casa Bianca ha condiviso un elenco di 17 punti che le venivano contestati. Secondo il «Washington Post», tra questi vi erano un testo esposto nel museo accanto a un ritratto di Trump che faceva riferimento all’«incitamento all'insurrezione» durante gli eventi del 6 gennaio 2021 (quel giorno un gruppo di sostenitori di Trump, sobillati dal medesimo, diede l’assalto a Capitol Hill, non accettando il risultato elettorale che a novembre 2020 aveva proclamato Joe Biden presidente degli Usa. I disordini provocarono cinque morti e centinaia di feriti e contusi, Ndr) nonché il fatto che durante il suo primo mandato Trump sia stato sottoposto due volte a impeachment.

In una dichiarazione congiunta scritta all'inizio di questo mese, i legislatori democratici Joe Morelle e Rosa DeLauro hanno affermato che «il licenziamento della direttrice Sajet è inaccettabile e ha lo stesso peso giuridico dei precedenti tentativi del presidente di minare l’indipendenza della Smithsonian: assolutamente nessuno». 

Nel messaggio in cui annunciava la sua decisione di dimettersi, Sajet ha concluso: «Insieme abbiamo lavorato per raccontare una storia più completa e più americana, una storia che promuove la connessione, la riflessione e la comprensione. Sono profondamente grata ai miei colleghi, ai nostri sostenitori e al pubblico per la loro fiducia, collaborazione e impegno incondizionato. È stato un vero privilegio guidare questa straordinaria istituzione e ne rimarrò sempre una convinta sostenitrice».

Benjamin Sutton, 16 giugno 2025 | © Riproduzione riservata

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