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La Scuola d’Arte dell’Università di Wolverhampton

Foto © Historic England Archive

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La Scuola d’Arte dell’Università di Wolverhampton

Foto © Historic England Archive

Salvata dalla demolizione la casa brutalista della Black Art britannica

Alla Scuola d’Arte dell'Università di Wolverhampton, completata nel 1969, è stato riconosciuto lo status di edificio di interesse storico e architettonico da tutelare. Nel 1982 aveva ospitato la prima National Black Art Convention

Daria Berro

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Si impone nello skyline cittadino con la sua sagoma riconoscibilissima, visibile da ogni punto di Wolverhampton, nelle West Midlands britanniche, ma più ancora per il ruolo svolto nella comunità. Eppure rischiava di scomparire. La Scuola d'Arte dell’Università di Wolverhampton, nota anche anche come MK Building, edificio brutalista di otto piani costruito tra il 1966 e il 1969 su progetto di Diamond Redfern and Partners in collaborazione con l'architetto del quartiere, spicca per il suo esoscheletro di pannelli modulari prefabbricati in calcestruzzo, appesi a una struttura in cemento, che crea una facciata scultorea di grande effetto, in cui è lampante l'influenza della Pop Art.  L’edifico fu completato in coincidenza con la fusione del College of Art e del College of Technology che diedero vita al Wolverhampton Polytechnic

L’Università di Wolverhampton aveva in progetto di demolire l’MK Building, riqualificare il sito e trasferire la scuola d'arte in un'altra sede. Una petizione lanciata da un ex studente ha raccolto 6.655 firme e ora, su richiesta di Historic England, l’ente pubblico finanziato in larga parte dal Dipartimento per la Cultura, i Media e lo Sport (Dcms), l”emblemlatica costruzione è stata inserita nella lista nazionale dei beni di interesse architettonico e storico di Grado II (strutture di particolare interesse locale che meritano di essere preservate).

«La Wolverhampton School of Art è un edificio audace che occupa un posto di rilievo nel centro della città e nel cuore di molti abitanti del luogo, commenta Deborah Williams, direttrice regionale per le Midlands di Historic England. Il suggestivo design brutalista, unito all’importante storia sociale del movimento artistico britannico Black Art, fa sì che l'edificio soddisfi gli elevati requisiti per essere inserito nell'elenco dei beni culturali del dopoguerra. Sono lieta che il Dcms abbia accolto la nostra raccomandazione di riconoscere l'importanza di questo pezzo distintivo della storia del Novecento».

La Wolverhampton School of Art è infatti strettamente legata al Blk Art Group, fondato nel 1979 e in origine noto come Pan-Afrikan Connection. Molti dei membri fondatori erano studenti del Politecnico, tra cui Keith Piper, Marlene Smith e Claudette Johnson (candidata al Turner Prize nel 2024). Composto in gran parte da figli di immigrati caraibici cresciuti nella regione industriale delle West Midlands, il gruppo mirava a combattere l’emarginazione degli artisti neri nelle istituzioni britanniche. La loro prima mostra, «Black Art An' Done», si tenne alla Wolverhampton Art Gallery nel 1981. Nell’ottobre dell'anno successivo il MK Building avrebbe ospitato la prima National Black Art Convention, momento formativo nell’emergere del movimento artistico britannico nero.

 

 

 

 

 

Daria Berro, 19 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

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