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Roy Lichtenstein, Reflections Wimpy I, 1988

© Estate of Roy Lichtenstein

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Roy Lichtenstein, Reflections Wimpy I, 1988

© Estate of Roy Lichtenstein

Lichtenstein superstar da Sotheby’s: tutto venduto e previsioni raddoppiate

Prosegue con successo la serie di vendite interamente dedicata alla collezione personale dell'artista e della moglie Dorothy

Riccardo Deni

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In un mercato che ancora si muove con cautela, tra riallineamenti e selettività crescente, Sotheby’s New York firma uno dei risultati più brillanti della stagione grazie a Reflections on Pop: Works from the Collection of Dorothy and Roy Lichtenstein. L’asta, tenutasi il 26 settembre, ha registrato il 100% di venduto, totalizzando 27 milioni di dollari, ben oltre la stima pre-vendita di 14,5-21 milioni. Un successo non solo commerciale ma anche simbolico, in quanto conferma la centralità dell’eredità Pop nella narrazione del collezionismo americano contemporaneo. Non si trattava infatti di una semplice asta tematica, ma della prima vendita interamente dedicata alla collezione personale di Roy Lichtenstein e della moglie Dorothy. Un corpus di opere curato, coerente, mai disperso sul mercato e fino ad oggi conservato dalla famiglia. Già a partire dalle aste dello scorso novembre, Sotheby’s aveva registrato segnali forti intorno a questo nucleo, ma gli ultimi risultati hanno certificato la bontà di un'operazione che sta andando ben oltre le aspettative: 116,3 milioni di dollari raccolti finora dalle opere della raccolta, contro una stima cumulata di 60,1-87,5 milioni.

L’interesse è stato tangibile: 307 offerenti da 34 paesi, una media di 14 rilanci per lotto, con punte clamorose come i 45 rilanci per The Gun in America e per il pendente Teardrop Pendant (Castelli LC G-84), o i 42 rilanci su Bobby Kennedy. Quasi la metà delle aggiudicazioni è arrivata da bidder online, confermando quanto il digitale sia ormai pienamente integrato nel mercato d’alta gamma. Pezzo simbolo della vendita, Reflections: Wimpy I (1988), è stato aggiudicato per 2,9 milioni di dollari, quasi il doppio della sua stima massima. Parte della celebre serie Reflections, l’opera rielabora uno dei motivi originari dell’immaginario fumettistico di Lichtenstein, con un linguaggio ormai stratificato da decenni di riflessione teorica sulla Pop Art.

Segue Eclipse of the Sun II (1975), tra i lavori più ricercati della serata, mai esposto dal 1994 (ultima volta al Guggenheim), che ha raggiunto 2,6 milioni di dollari. Bene anche Galatea (1989–90), una scultura in bronzo dipinto, che ha superato la stima massima di 1,2 milioni chiudendo a 2,2 milioni di dollari. Il linguaggio architettonico di Entablature (1976), omaggio concettuale al classicismo reinterpretato in chiave Pop, ha ottenuto 1,3 milioni di dollari. Ma le sorprese maggiori sono arrivate dalle opere su carta e dalle stampe, spesso considerate mercato secondario, ma qui assolute protagoniste: The Gun in America (1989) è volato a 342 mila dollari, ben 11 volte la sua stima massima; l'ha superato Bobby Kennedy (1989), con un’aggiudicazione a 356 mila dollari, quasi 12 volte la valutazione iniziale.

Il successo della collezione Lichtenstein - come già accaduto nei mesi scorsi per le raccolte Barbara Gladstone e Daniella Luxembourg - conferma una tendenza ormai evidente. Le collezioni forti, con identità, storia e coerenza, continuano a esercitare un fascino enorme sul mercato. L’opera giusta, al momento giusto e con un background riconoscibile, trova ancora oggi collezionisti pronti a competere.

Riccardo Deni, 29 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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