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Riccardo Deni
Leggi i suoi articoliIn tempi incerti, il mercato dell’arte continua a esplorare nuove possibilità. Anche se in modo introduttivo, senza colpi di teatro clamorosi, ma tramite gesti più che altro simbolici. È il caso della mostra organizzata da Sotheby’s l'1 e 2 ottobre alla Bassam Freiha Art Foundation di Abu Dhabi. Sei opere, sei nomi fondamentali della storia dell’arte, per un valore complessivo stimato intorno ai 150 milioni di dollari. Una rassegna lampo – appena due giorni – ma dal significativo valore storico. Si tratta infatti della prima esposizione pubblica mai organizzata dalla maison nella capitale emiratina e della più importante per valore mai tenutasi nella regione.
Una dichiarazione di intenti, che guarda al Medio Oriente non solo come mercato in espansione, ma come nuovo centro di gravità culturale. La scelta delle opere lo conferma. In mostra, capolavori firmati da Vincent van Gogh, Paul Gauguin, Frida Kahlo, Edvard Munch, René Magritte e Camille Pissarro. Tutti lavori provenienti da celebri collezioni private – tra cui quelle dei Pritzker, di Leonard Lauder e dei Bucksbaum – e mai esposti prima in Medio Oriente. Tre dei sei non si vedevano in pubblico da oltre cinquant’anni.
A guidare idealmente la rassegna è Frida Kahlo, con «El sueño (La cama)», una delle opere più intime e drammatiche dell’artista, dipinta nel 1940, poco dopo il divorzio da Diego Rivera. Una Kahlo stesa su un letto che galleggia nel cielo, mentre la vita si intreccia (letteralmente) al corpo in forma di rampicanti, e la morte - un teschio armato di dinamite - incombe. La stima va dai 40 ai 60 milioni di dollari. Abbastanza da far vacillare il record d’asta per un’artista donna (attualmente 44,4 milioni per un’opera di Georgia O’Keeffe). Non è un caso che la tela guiderà la vendita newyorkese di novembre, all’interno della sezione «Exquisite Corpus», interamente dedicata al Surrealismo.
Tra gli highlight figura anche «Romans Parisiens (Les Livres jaunes)» di van Gogh, una rara e monumentale natura morta del 1887. Una pila di libri gialli, tra cui forse Zola o Flaubert, riflesso diretto della passione letteraria dell’artista. Più che oggetti, sono presenze di cui van Gogh fa un autoritratto silenzioso, come già in altre opere simboliche (la celebre «Sedia», ad esempio). Stima: circa 40 milioni di dollari.

Frida Kahlo, El sueño (La cama), 1940

Vincent van Gogh, Romans Parisiens (Les Livres jaunes), 1887
C’è poi Gauguin, con un paesaggio bretone – «La Maison de Pen du, gardeuse de vache» – eseguito nell’estate del 1889, a Pont-Aven, proprio mentre il suo stile prendeva forma definitiva. Il dipinto, esposto al MoMA già nel 1930, è considerato uno dei migliori paesaggi di Gauguin in mani private (stima 6-8 milioni di dollari). Accanto, la quieta modernità di «Bords de l’Oise à Pontoise» di Pissarro, realizzato nel 1872 e stimato 1,2-1,8 milioni di dollari). Un paesaggio pastorale, attraversato però dalla presenza di un ponte ferroviario. L’idillio e il progresso, fianco a fianco. Anche questa opera viene dalla collezione Pritzker, come quelle di van Gogh e Gauguin.
Completano la selezione due capolavori intrisi di enigmi. Il primo è «Sankthansnatt (Notte di San Giovanni)» di Munch, dipinto nei primi anni del Novecento e valutato 20 milioni di dollari. Una strada di Åsgårdstrand, il villaggio norvegese dove l’artista visse alcuni dei suoi drammi sentimentali più intensi, si trasforma in palcoscenico per una scena di tensione sospesa nella luce nordica. Il secondo è «Le Jockey perdu» di Magritte (1942), una tela onirica e rigorosa, dove un cavaliere solitario si muove in una foresta di bilboquet, oggetti cari all’iconografia magrittiana. Stima 10-15 milioni di dollari.
Dopo Abu Dhabi, le opere voleranno a Londra, Parigi e infine New York, dove saranno battute all’asta nella settimana del 17 novembre, durante l’inaugurazione della nuova sede di Sotheby’s nel Breuer Building. Ma prima, per due soli giorni, si mostreranno al pubblico di una città - e di una regione - che sembra pronta a ritagliarsi un ruolo centrale nella geografia culturale globale.
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