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Ahmet Güneştekin, Never There

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Ahmet Güneştekin, Never There

La memoria ritrovata di Ahmet Güneştekin in un catalogo tra arte e identità

La presentazione è fissata per il 24 settembre, ore 17.00, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, che fino al 28 settembre ospita una mostra dedicata all'artista

Riccardo Deni

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In occasione della mostra «YOKTUNUZ» di Ahmet Güneştekin (Batman, 1966), in corso fino al 28 settembre alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, viene presentato il catalogo omonimo, pubblicato da Silvana Editoriale. Un volume che accompagna l’esposizione e ne amplia il respiro, raccogliendo immagini, riflessioni e testi critici intorno a un progetto che ha segnato un momento di particolare intensità nella programmazione della Galleria. La presentazione è fissata per il 24 settembre, ore 17.00, nella Sala delle Colonne.

L’artista, di origini curde, ha affermato più volte che il cuore pulsante della sua ricerca risiede nel concetto di memoria. Una memoria mai neutra, che si fa atto politico, testimonianza, ricomposizione delle narrazioni escluse: «Non racconto il passato per nostalgia, ma per necessità. È la storia degli assenti a rendere possibile la nostra presenza», ha dichiarato in una recente intervista. Un'affermazione che trova eco nelle pagine del volume, presentato al pubblico proprio negli spazi della GNAMC, dove l’opera di Güneştekin è entrata in dialogo con i capolavori della collezione permanente, in un allestimento fortemente curatoriale, che ha saputo trasformare le sale in uno spazio di riflessione condivisa.

Il catalogo si apre con un saggio di Sergio Risaliti e prosegue con una lunga intervista all’artista, condotta insieme a Paola Marino, che ricostruisce la genesi di «YOKTUNUZ» e le implicazioni, anche politiche, del lavoro di Güneştekin. Santa Nastro, invece, firma un testo dedicato all’episodio della rimozione dell’opera Picco di Memoria, evento che ha sollevato un acceso dibattito, superando i confini dell’arte per interrogare le dinamiche pubbliche della censura, della visibilità e del potere.

«YOKTUNUZ», che in turco significa Eravate assenti, raccoglie più di un semplice percorso espositivo: è una discesa negli strati della storia, da quella dei miti mesopotamici alle tragedie collettive contemporanee. Le opere, sospese tra iconografia antica e gesto contemporaneo, trattano temi universali come l’esodo, le migrazioni, i confini e il sincretismo culturale e religioso. Güneştekin diventa così voce di un’arte che, pur parlando da una geografia specifica, si apre a un discorso globale. La sua mostra, la prima personale di un artista turco alla Galleria Nazionale, sancisce un legame sempre più profondo con l’Italia, paese dove l’artista ha deciso di fondare, nel 2026, una sede della sua fondazione a sostegno della giovane arte turca, a Venezia, nel settecentesco Palazzo Gradenigo.

Riccardo Deni, 23 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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