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Riccardo Deni
Leggi i suoi articoliIl mercato dell'arte sembra stare intravedendo un po' di luce dopo mesi in ombra. Niente di drammatico, beninteso. Il riferimento non è tanto a una comprensibile normalizzazione dei risultati dopo un 2022 positivamente anomalo, quando alla rarefazione di lotti di prima fascia. Questo autunno qualcosa sembra starsi muovendo, con le maison che hanno ripreso coraggio, forse spinte da una rinnovata volontà dei collezionisti ad alzare le offerte. Così, in una momento in cui il sistema sembra oscillare tra prudenza e tentativi di rilancio, Christie’s affida proprio alla luce la narrazione di una delle aste chiave della stagione. È infatti intitolata In Pursuit of Light la vendita serale della Marquee Week newyorkese, in programma a novembre, che presenterà la Collezione di Carol e Terry Wall. Un insieme coerente di lavori, dominato da tre capolavori di John Singer Sargent, artista oggi al centro di una rinnovata attenzione museale. Non è un caso che questi dipinti saranno esposti in anteprima dal 23 al 30 settembre a Parigi, negli stessi giorni in cui il Musée d’Orsay inaugura la mostra John Singer Sargent. Éblouir Paris, secondo capitolo della retrospettiva iniziata la scorsa primavera al Metropolitan di New York.
Tre opere, accennavamo, capaci di definire l’intero spirito della collezione Wall. Si va dal vibrante realismo impressionista di Corner of the Church, Venice (stimato tra i 6 e gli 8 milioni di dollari), al languore narrativo di Gondolier’s Siesta (2–3 milioni), fino all’energia giovanile di Capri, dipinto nel 1878 quando Sargent aveva solo ventidue anni (4–6 milioni). Tre momenti distinti, legati da una sola ossessione: la luce. E proprio la luce, più ancora del soggetto o della composizione, diventa il vero tema dei lavori. In Corner of the Church Sargent costruisce la Venezia delle pietre dorate e delle ombre stanche, vista con lo sguardo di chi non ha ancora ceduto alla retorica romantica, ma ne intuisce il potenziale teatrale. Il dipinto, già appartenuto a Henry Clay Frick, è raro non solo per soggetto ma per tecnica: l’artista ha infatti dipinto la città lagunare in olio solo in una dozzina di occasioni. Gondolier’s Siesta, invece, ne offre il contraltare lirico, concentrando l’attenzione sul gesto umano, sulle pause che scandiscono la vita davanti al Canal Grande, con una morbidezza cromatica che testimonia la maestria di Sargent nell’acquerello. Ma è forse Capri a racchiudere la tensione lirica più pura. Qui l’artista, appena ventenne e già reduce dal successo al Salon di Parigi, ritrae la modella Rosina Ferrara mentre danza sul tetto assolato dell’isola. Il corpo si fa ritmo, la luce volume. Non è ancora El Jaleo, ma ne anticipa il movimento. È la promessa di un linguaggio che verrà, già carico di grazia e consapevolezza.
La collezione Wall, tuttavia, non si esaurisce nel nome di Sargent. Intorno a questi tre punti focali si dispiega un catalogo più ampio dedicato all’Impressionismo americano, che include nomi come Mary Cassatt, Childe Hassam, Frederick Frieseke e William Merritt Chase. Una coralità che restituisce l’identità di una collezione costruita con coerenza. Oggi, a un secolo di distanza dalla sua nascita, la dispersione della collezione Wall sembra chiudere un cerchio, riaffermando la forza evocativa di un artista capace di abbagliare le sale dei musei come quelle delle case d'asta. Là dove anche la luce, in qualche modo, è in palio.
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