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Gaspare Melchiorri
Leggi i suoi articoliUn’équipe di archeologi nel sud-ovest della Turchia, nel sito dell’antica città di Kaunos, ha scoperto una sorprendente trasformazione architettonica dell’antichità. Gli scavi vicino al porto della città hanno portato alla luce un «ospedale» romano che fu successivamente convertito in un complesso monastico bizantino con una chiesa molto ben conservata.
Kaunos, inserita nella Lista provvisoria del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, è famosa per le sue tombe scavate nella roccia, un teatro da 5mila posti, terme e mosaici risalenti a oltre duemila anni fa. Le recenti scoperte, tuttavia, rivelano un altro aspetto della storia dell’antica città: la sua secolare vita come centro di medicina, religione e continuità culturale.
Guidati da Ufuk Çörtük, professore associato dell’Università Muğla Sıtkı Koçman, gli scavi si sono concentrati sulla cosiddetta «area del monastero arcaico fortificato». Le rovine più antiche sono quelle di un complesso romano risalente al II e III secolo d.C., che è stato identificato come un ambulatorio o un centro sanitario a causa della grande quantità di strumenti medici rinvenutivi.
La struttura era caratterizzata da un cortile circondato da stanze, simile ad altri ospedali romani (i «valetudinaria») che erano stati originariamente costruiti come strutture militari prima di essere utilizzati dai civili. Poiché si trovava vicino all’antico porto di Kaunos, avrebbe curato residenti e viaggiatori nel trambusto della città portuale.
Nel VI secolo d.C. questo complesso subì una trasformazione radicale. Gli archeologi hanno portato alla luce una grande chiesa cristiana costruita direttamente sulle fondamenta romane precedenti, segno che il sito era diventato parte di un complesso monastico fortificato durante il periodo bizantino.
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