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«Waldrand» (1909) di Emil Nolde (un particolare). Fondazione Gabriele e Anna Braglia © Stiftung Seebüll Ada und Emil Nolde. Foto di Roberto Pellegrini

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«Waldrand» (1909) di Emil Nolde (un particolare). Fondazione Gabriele e Anna Braglia © Stiftung Seebüll Ada und Emil Nolde. Foto di Roberto Pellegrini

L’ammirazione di Beck per la brillantezza di Nolde

«Raggiungere la brillantezza dei colori di Nolde è stato l’obiettivo di innumerevoli studi», scrisse Beck. La mostra promossa dalla Fondazione Gabriele e Anna Braglia celebra l’incontro tra i due artisti

Mariella Rossi

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Una grande voce espressionista tra Otto e Novecento e un artista della generazione successiva si confrontano nella mostra «Emil Nolde-Herbert Beck. La forza del colore», promossa dalla Fondazione Gabriele e Anna Braglia di Lugano, visitabile fino al 13 luglio 2024 (con chiusura stagionale dal 17 dicembre al 6 marzo 2024). Come spiega la direttrice artistica Gaia Regazzoni Jäggli, il percorso origina dalla presenza di nuclei di opere di entrambi gli artisti nella collezione della Fondazione e prende spunto dall’incontro che Herbert Beck (1920-2010) ebbe con Emil Nolde (1867-1956) alla Galerie Commeter di Amburgo nel 1952. Beck attribuì a quell’evento un valore cruciale per la sua carriera, dichiarando più volte che la sua opera fu influenzata da Nolde.

Curata dalla stessa Gaia Regazzoni Jäggli, da Michael Beck e Andrea Knop, e realizzata in collaborazione con la Stiftung Seebüll Ada und Emil Nolde, il Nachlass Herbert Beck, la Renate und Friedrich Johenning Stiftung, la Olbricht Collection e con i prestiti di collezionisti privati, la mostra presenta una settantina di opere, è corredata da una pubblicazione e articolata in soggetti tematici: i fiori e le infiorescenze, i paesaggi, i volti espressivi, le coppie, i gruppi e il mascheramento, gli schizzi e le miniature, e la «crudeltà dell’uomo».

«Raggiungere la brillantezza dei colori di Nolde è stato l’obiettivo di innumerevoli studi», scrisse Beck, che per perseguire questo fine lavorò con la tecnica del bagnato su bagnato su carta spessa fatta a mano, per poter applicare l’acquerello in modo denso e ottenere una colorazione intensa e luminosa. La capacità di Beck di raggiungere questo risultato ispirato da Nolde rese inconfondibili le sue opere («Waldrand», 1909, di Emil Nolde, Fondazione Gabriele e Anna Braglia © Stiftung Seebüll Ada und Emil Nolde. Foto di Roberto Pellegrini ). Il catalogo che accompagna la mostra, oltre ai testi dei curatori, contiene saggi di Wolfgang Becker, già direttore del Ludwig Forum di Aquisgrana, e di Sören Gross, curatore della Stiftung Seebüll Ada und Emil Nolde, che approfondisce il contesto delle avanguardie artistiche di inizio Novecento. Nella collezione della Fondazione nata otto anni fa dalla passione per l’arte dei collezionisti coniugi Braglia, la raccolta sull’Espressionismo tedesco occupa un posto di rilievo con opere, oltre che di Nolde, di Feininger, Kandinskij, Kirchner, Klee e Macke, per citarne solo alcuni.
 

«Waldrand» (1909) di Emil Nolde (un particolare). Fondazione Gabriele e Anna Braglia © Stiftung Seebüll Ada und Emil Nolde. Foto di Roberto Pellegrini

Mariella Rossi, 23 novembre 2023 | © Riproduzione riservata

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