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Mariella Rossi
Leggi i suoi articoliCon l’ambizioso Trentino UnExpected – sviluppato nel corso degli ultimi due anni e ora finalmente presentato al pubblico – i sei fotografi invitati, guidati dal curatore Denis Curti, riescono a dar pieno senso al titolo dell’iniziativa. Attraverso sguardi profondamente eterogenei, capaci di cogliere dettagli e atmosfere molto differenti, il lavoro fa emergere lo spirito autentico di un territorio ampio e sfaccettato, restituendone un’immagine sorprendente e, per molti versi, davvero inattesa.
Nato dalla collaborazione tra Trentino Marketing, agenzia della Provincia autonoma di Trento, e Gribaudo Editore, il lavoro ha preso forma in un prezioso volume e in una mostra attualmente in corso al Mart di Rovereto, visitabile fino al 9 novembre. L’esposizione presenta un centinaio di fotografie – molte delle quali in grande formato – articolate in sei sezioni tematiche, a cui si affianca un’area di backstage con oltre cinquanta scatti.
In questa visione, il genius loci – inteso in senso latino come la divinità che aleggia su un luogo – si incarna nel tempo, che permea e connette rocce, acqua e forme di vita.

Roselena Ramistella, Area faunistica del cervo a Caoria, Valle del Vanoi, 2024-2025 © Roselena Ramistella

Francesco Jodice, Borgo Valsugana, 2024-2025 © Francesco Jodice
Gli scatti aerei di Massimo Sestini (Prato, 1963) non si limitano a celebrare il fascino dei picchi alpini che dominano il paesaggio, ma mettono in luce gli antichissimi strati geologici, simili a increspature affiorate da mari primordiali. La dimensione temporale delle stratificazioni riemerge anche nei suoi close-up sul Ghiacciaio del Mandrone, da cui l’acqua si distacca e scende lentamente, insinuandosi tra le rocce fino a formare una miriade di laghi: «la loro presenza è la cosa che più mi ha stupito, quando ho iniziato a lavorare a questo progetto, afferma Curti. Sono quasi trecento in tutto il Trentino. Per questo, in un contesto montano, ho scelto che l’immagine di copertina fosse d’acqua». Si offrono allo sguardo come occhi della divinità del luogo, nei quali si riflette tutto ciò che li circonda. È un territorio modellato con pazienza dall’intervento umano, e Sestini riesce a rivelarne anche la geologia antropica: un bacino idrico come il laghetto Piani del Vioz, utilizzato per la neve artificiale, dall’alto si trasforma in un geode. Le pareti squadrate di duro granito evocano la simbolica lotta dell’essere umano contro la natura, colta dall’obiettivo di Gabriele Micalizzi (Milano, 1984), esperto fotoreporter di zone di conflitto. Tra i pochi manufatti presenti nelle fotografie, spiccano le imponenti dighe per la produzione di energia idroelettrica ritratte negli scatti di Francesco Jodice (Napoli, 1967). In Trentino, l’essere umano imprime la propria presenza sul paesaggio – come suggerisce una delle parole chiave del progetto, «impronta» – ma lo fa in un rapporto di continua interazione, senza mai recidere il legame profondo con l’ambiente naturale che lo circonda. Lo conferma anche Roselena Ramistella (Gela, 1982) attraverso i suoi ritratti, spesso dedicati a figure femminili colte nell’atto di toccare l’acqua o immerse in essa, come accade nel caso del lago di Serraia.

Massimo Sestini, Senza titolo, 2024-2025 © Massimo Sestini

Simone Bramante, Parco Fluviale Novella, Val di Non, 2024-2025 © Simone Bramante
La parola chiave, «confine» – che potremmo inizialmente associare a differenze culturali o linguistiche – viene qui declinata in modo sorprendente, spostando l’attenzione sul rapporto tra essere umano e ambiente. È il paesaggio, osservato attraverso le finestre di Newsha Tavakolian (Teheran, 1981), a suggerire una soglia tra interno ed esterno, mentre l’alternanza tra luci artificiali e naturali negli scatti di Simone Bramante (Siracusa, 1978) amplifica questa tensione, l’idea del tempo: quello umano, breve e quotidiano, messo a confronto con l’immensità del tempo naturale. Le fotografie raccolte in «Trentino UnExpected» non si limitano a restituire la bellezza di un paesaggio, ma ne esplorano le profondità, rendendo visibile l’intreccio tra elementi naturali e tracce umane, tra stratificazioni geologiche e storie individuali. Il tempo – vero genius loci di questo lavoro – attraversa ogni scatto, trasformandosi ora in roccia, ora in acqua, ora in luce. L’identità del territorio emerge così non come un’immagine univoca o stereotipata, ma come un mosaico di relazioni in divenire: tra natura e cultura, tra memoria e trasformazione, tra visione intima e sguardo dall’alto. Attraverso l’approccio plurale dei sei autori e la regia curatoriale di Denis Curti, il Trentino si rivela in tutta la sua complessità: luogo di confini e connessioni, di impronte umane e forze ancestrali. Un paesaggio che non si lascia semplicemente osservare, ma chiede di essere attraversato con attenzione, ascoltato nel suo silenzioso dialogo tra passato e futuro.
ROVERETO (TN). Mart Rovereto, corso Bettini 43, «Trentino UnExpected» fino al 9 novembre
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